15 Aprile 2025 - 10:26:13

di Martina Colabianchi

Giovedì 17 aprile, alle ore 11.30, alcune attiviste e attivisti No Snam metteranno in atto una azione di disobbedienza civile nell’area antistante il cantiere della centrale Snam a Case Pente di Sulmona.  

L’azione sarà caratterizzata da una modalità nonviolenta e consisterà nel posizionarsi davanti all’ingresso del cantiere dove transitano mezzi e attrezzature della Snam.

«Le attiviste e gli attivisti che la attueranno sono pienamente consapevoli della responsabilità che si assumono ma nello stesso tempo sono convinti che a nessuno, in uno Stato di diritto, debba essere consentito di sottrarsi alla legge», scrive Mario Pizzola del coordinamento Per il clima fuori dal fossile.

«Non è accettabile che, a fronte delle illegalità compiute dalla Snam nei lavori per la costruzione della centrale di compressione a servizio del mega gasdotto Linea Adriatica, nessun organo dello Stato intervenga. La Snam non è al di sopra della legge e, al pari di tutte le cittadine e tutti i cittadini, deve essere chiamata a rispondere delle proprie azioni, soprattutto quando queste comportano un impatto devastante sul territorio, con distruzione dell’ambiente nonché della nostra cultura e della nostra storia».

«Pertanto, più che come disobbedienza civile, l’iniziativa che preannunciamo dovrebbe essere considerata di “obbedienza civile” perché finalizzata ad ottenere il rispetto della legalità. Una seconda ragione è quella di evidenziare il carattere liberticida di norme contenute nel cosiddetto “decreto Sicurezza”, varato dal governo, che reprimono anche le azioni nonviolente».

«Tali norme, introducendo nuovi reati ed aumentando le pene per reati già previsti dal Codice Penale, peggiorano perfino le Leggi di Polizia ereditate dal regime fascista. Il loro scopo è quello di ridurre le cittadine e i cittadini in uno stato di sudditanza e di silenzio rispetto al potere costituito. Ma ciò non può essere consentito in un Paese democratico. La criminalizzazione del dissenso non potrà mai sopprimere le idee, e le idee, alla fine, vinceranno», conclude Pizzola.