24 Aprile 2025 - 16:37:48
di Martina Colabianchi
L’assessore alle Attività Produttive e Lavoro Tiziana Magnacca ha incontrato a Roma Giuseppe Manca, Responsabile Risorse umane e Relazioni industriali Italia, ed Ermanno Ferrari, acquisti/relazioni con i fornitori Stellantis, per un proficuo confronto sulla produzione Stellantis in relazione all’utilizzo di componentistica made in Abruzzo.
«È stato un incontro franco quanto cordiale con il management di Stellantis Italia – ha dichiarato l’assessore Magnacca – nel corso del quale sono state affrontate varie problematiche rispetto alla produzione dello stabilimento Stellantis di Atessa in Val di Sangro e all’utilizzo delle aziende abruzzesi per la fornitura di componentistica».
«È stata ribadita a Stellantis la volontà della Regione Abruzzo di tenere in debita e opportuna considerazione la storia delle aziende abruzzesi – ha aggiunto – che nel corso degli anni hanno contribuito alla produzione dei veicoli commerciali ad Atessa, pur nella consapevolezza che in un mercato globale non si possa prescindere dai costi e quindi da valutazioni di crescente concorrenza e competitività negli acquisti».
Non si possono dire allo stesso modo soddisfatti i sindacati che, per voce del segretario generale Fiom Cgil Chieti Alfredo Fegatelli, lamenta un mancato confronto preventivo con le organizzazioni dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm, «che da anni seguono da vicino le dinamiche produttive dello stabilimento Stellantis di Atessa e dell’intero ecosistema industriale abruzzese».
«Se l’assessore avesse avuto la pazienza e la volontà di incontrarci prima del confronto con Stellantis, avrebbe potuto rappresentare con maggiore forza e consapevolezza un problema centrale: il processo di internalizzazione delle attività avviato dalla ex Sevel, che sta riportando dentro l’azienda attività storicamente assegnate all’indotto. Questa scelta sta causando un evidente spostamento delle difficoltà produttive proprio sulle imprese fornitrici, molte delle quali già in sofferenza. Operazione che continua a creare problemi alle lavoratrici e ai lavoratori costretti alla Cassa Integrazione».
«Serve un cambio di passo – prosegue Fegatelli -. Non bastano generiche dichiarazioni d’intenti sulla competitività: è urgente avviare un percorso che metta al centro strumenti concreti per sostenere la diversificazione della produzione e dei clienti delle aziende dell’indotto, molte delle quali, per sopravvivere, stanno già delocalizzando o affidando parte della produzione a stabilimenti extraeuropei, come ad esempio all’India».
«La salvaguardia dell’indotto non può essere lasciata unicamente alle logiche di mercato. È fondamentale contrastare con determinazione i processi di delocalizzazione: non sono ammissibili giustificazioni. Occorrono vere politiche industriali, costruite insieme a chi ogni giorno vive e affronta le sfide del settore, con una profonda conoscenza delle condizioni in cui operano migliaia di Lavoratrici e Lavoratori metalmeccanici», conclude il segretario Fiom Cgil Chieti.