26 Aprile 2025 - 11:49:31

di Vanni Biordi

Un’ombra di tristezza e diversi interrogativi si allungano sul sistema delle comunità socio-riabilitative familiari per disabili intellettivi dopo la tragica morte di una donna di 62 anni, ospite di una struttura situata all’interno del complesso Rotilio Center, nel quartiere di Pettino, all’Aquila. La donna è precipitata dal terzo piano dell’appartamento, innescando un’immediata inchiesta da parte dei carabinieri del capoluogo abruzzese.

Le forze dell’ordine, intervenute subito dopo il ritrovamento del corpo, hanno avviato un’indagine a 360 gradi per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Secondo quanto ricostruito sino ad ora, al momento del presunto gesto estremo la donna era uscita dalla sua camera appena riassettata, lasciando il letto perfettamente rifatto e le sue cose in ordine, ed era in compagnia di due OSS che, nel momento in cui si sarebbe buttata dalla finestra del terzo piano, erano impegnate a gestire un’altra donna ospite della struttura che dava problemi.

Sono state raccolte diverse testimonianze e compiuti accurati sopralluoghi, con una meticolosa documentazione fotografica della scena. L’obiettivo primario degli inquirenti è fare piena luce su quanto accaduto e accertare se vi siano state eventuali negligenze o errori procedurali che possano aver contribuito a questa tragica perdita.

Al momento, le prime informazioni non sembrano evidenziare responsabilità specifiche, ma gli investigatori mantengono un approccio cauto e intendono vagliare ogni aspetto della vicenda, senza escludere alcuna ipotesi. La relazione dettagliata redatta dai carabinieri sarà ora sottoposta al vaglio del sostituto procuratore Guido Cocco, che avrà il compito di decidere se siano necessari ulteriori accertamenti o se il fascicolo possa essere archiviato.

Questo drammatico evento riaccende inevitabilmente i riflettori sulle vulnerabilità e le sfide che caratterizzano le strutture residenziali dedicate a persone con disabilità intellettiva. Sebbene queste comunità rappresentino spesso un’alternativa preziosa all’istituzionalizzazione, offrendo un ambiente più familiare e personalizzato, episodi come questo sollevano interrogativi cruciali in merito alla sicurezza degli ospiti, all’adeguatezza delle misure di sorveglianza e alla formazione del personale.

La necessità di garantire standard elevati di cura e protezione per persone particolarmente fragili come gli individui con disabilità intellettiva è un imperativo etico e sociale. È fondamentale che le indagini in corso facciano piena luce sulle circostanze di questa tragedia, ma è altrettanto importante avviare una riflessione più ampia e approfondita sul funzionamento, i controlli e i finanziamenti destinati a queste strutture.

Domande urgenti emergono: le normative attuali sono sufficienti a garantire la sicurezza degli ospiti? I controlli sulle strutture sono adeguati e frequenti? Il personale è sufficientemente formato e supportato per gestire le diverse esigenze degli ospiti?

La morte della donna all’Aquila non deve rimanere un fatto isolato, ma deve rappresentare un punto di svolta per un ripensamento complessivo del sistema di accoglienza e cura delle persone con disabilità intellettiva.

È necessario investire maggiori risorse, rafforzare i meccanismi di controllo e promuovere una cultura della sicurezza e della responsabilità all’interno di queste comunità, per evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro. La dignità e la sicurezza di ogni individuo vulnerabile devono essere una priorità assoluta.