27 Aprile 2025 - 09:49:18

di Redazione


«Una striscia larga appena 2,5 metri, che è la minima larghezza di una pista ciclabile secondo la legge 577 del 1999, uno spazio diventato oggi assolutamente insufficiente anche per le sole biciclette. Questo tipo di percorso cicloturistico deve essere più ampio sia per il tipo di collegamento che stabilisce (si parla di un’estensione fino ad Amiternum) sia per essere compreso nella direttrice della Ciclovia dell’Aterno».

La Federazione italiana ambiente e bicicletta dell’Aquila (Fiab) critica la futura realizzazione, in via delle Fiamme gialle, della ciclopedonale, annunciata a giugno 2023 dal sindaco Pierluigi Biondi e dall’assessore alla Mobilità Paola Giuliani, quale collegamento di “mobilità dolce” estendibile fino ad Amiternum, approvato dal Consiglio Comunale due mesi fa.

«Ciclopedonale significa promiscua, cioè percorribile da chi va a piedi e da chi va in bicicletta: si alimenta così un conflitto che vede relegate in un piccolo spazio due categorie di utenti della strada molto diverse. Una persona a piedi cammina a circa 5 km/h mentre una in bicicletta va due o tre volte più veloce perpetuando l’impressione che le bici ‘sfrecciano’ – aggiunge Fiab – Questo conflitto avverrà in una striscia di appena 2,5 metri».

Secondo Fiab il percorso ciclopedonale «dovrebbe seguire gli obiettivi specifici del Piano generale della mobilità ciclistica ovvero superare, ove possibile, il modello di itinerario promiscuo ciclopedonale, promuovendo: la distinzione, salvo casi eccezionali, dei percorsi tra pedoni e ciclisti lungo le direttrici principali. Senza guardare all’Olanda o alla Germania basta percorrere il litorale teramano dove sono state realizzate piste ciclabili larghe fino a 4 metri».


Fiab specifica inoltre che la sede dell’attuale sterrato su cui già oggi transitano persone a piedi ed in bici «è una strada interpoderale, e tale rimarrà, per cui sarà percorribile anche da persone con mezzi a motore che hanno poderi ed abitazioni su quel territorio. Quindi non sarà una pista, ma al limite una ciclovia, come sarà una ciclovia la pista polifunzionale dell’Aterno: la pista che va a Monticchio. La larghezza della carreggiata di via delle Fiamme Gialle è di 7 m, cioè 3,5 metri per ogni corsia di marcia (le corsie delle autostrade sono di 3,75 m) sufficienti per ripartire gli spazi per i vari utenti della strada e per restringere le corsie per gli automobilisti che così saranno costretti a ridurre la velocità aumentando la sicurezza stradale. Le persone in bicicletta non saranno obbligate a percorrere la pista ciclopedonale: primo perché non lo è e secondo perché lo dice il Codice della Strada: questo parla chiaro anche nel caso fosse una regolare pista ciclopedonale».

Ed il resto dell’anello ciclopedonale? «Per le persone in bicicletta ci saranno le corsie ciclabili, simili a quelle presenti in città, che certamente segnalano la possibile presenza di persone che pedalano, ma che non bastano a garantire la necessaria sicurezza anche per le ridotte dimensioni della carreggiata. Ultimo punto, ma non ultimo, è quello della creazione di un parcheggio di scambio che, se verrà realizzato, incentiverà le persone ad usare l’automobile per recarsi a fare jogging o cycling. Un paradosso per un luogo adiacente al centro urbano che non dispone di un collegamento né pedonale né ciclabile: questa è mobilità insostenibile – conclude la nota – Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una propaganda che denuncia la mancanza di una corretta ed incisiva politica cicloturistica che sembra ignorare i quasi 58 mln di cicloturisti presenti in Italia nel 2023 ed i 5,5 miliardi di euro che essi hanno apportato nello stesso periodo all’economia italiana (dati dell’Ossevatorio sull’economia del turismo delle Camere di Commercio). Attendiamo di vedere come sarà, se sarà, il collegamento ciclabile da Capitignano a L’Aquila di cui si parla da troppo tempo. Migliorerà la fruibilità cicloturistica del nostro territorio?».