28 Aprile 2025 - 11:40:47

di Redazione

«Rispetto per chi in questa città è rimasto indietro e interventi immediati e concreti per garantire dignità e sicurezza a tutti i cittadini anteponendoli ad inutili e costosi viaggi istituzionali».

Lo chiedono al sindaco Pierluigi Biondi i gruppi di opposizione, commentando il ritrovamento del cadavere di un senzatetto all’interno dell’ex Istituto d’arte in via Filomusi Guelfi.

«Abbiamo appreso con stupore, e pare non siamo i soli, anche tra chi lavora a stretto contatto con lui, che il sindaco si trova in Giappone per celebrare i successi della ricostruzione post-sisma aquilana, mentre nella nostra città si consuma l’ennesima tragedia silenziosa: il corpo mummificato di un senzatetto è stato ritrovato all’interno del plesso scolastico abbandonato di Villa Gioia, uno dei tanti edifici ormai divenuti rifugio di disperazione e degrado, come pure diversi altri abbandonati del centro storico o piastre ormai inutilizzate dei progetti Case», scrivono le opposizioni.

«Questo drammatico episodio, che si aggiunge ad altri avvenuti negli ultimi anni, è il frutto di emarginazione e diseguaglianze sociali che continuano a lasciare molte persone per strada – proseguono – Basta percorrere i riscoperti portici o il Corso principale, a qualsiasi ora del giorno, per rendersi conto di una realtà che non può e non deve lasciare indifferenti. A ciò si aggiungano  i dati sempre più crescenti di famiglie e persone vulnerabili che chiedono assistenza alla Caritas e alle strutture preposte, simboli di una povertà assoluta che li mette in condizione di non poter soddisfare nemmeno i bisogni fondamentali».

«Si tratta dell’ennesima tragedia che richiama l’attenzione sulle profonde contraddizioni che ancora segnano la nostra comunità: da una parte si promuove un’immagine di rinascita e prosperità, dall’altra si ignorano emergenze sociali gravi, sulle quali abbiamo più volte chiesto, e torniamo a chiedere con forza, maggior attenzione, sensibilità e soprattutto soluzioni concrete. Riteniamo che la vera ricostruzione di una comunità non possa limitarsi al recupero materiale degli edifici, ma debba riguardare innanzitutto la socialità, l’inclusione e la qualità della vita delle persone», concludono.