30 Aprile 2025 - 11:27:00

di Martina Colabianchi

I carabinieri, in occasione del 19° anniversario, hanno ricordato con una sentita cerimonia il sacrificio del Maresciallo Aiutante dell’Arma dei carabinieri Franco Lattanzio, morto all’età di 38 anni a Nassiriya (Iraq) il 27 aprile 2006.

Quel giorno gli italiani rivivono l’orrore di un nuovo attentato a Nassiriya. Alle 08.40 un blindato della MSU (Multinational Specialized Unit), impegnato nel monitoraggio quotidiano lungo il viale che porta al Comando della polizia irachena, esplode per un ordigno di terroristi: perdono la vita i Marescialli dell’Arma dei Carabinieri Carlo De Trizio e Franco Lattanzio, il Capitano dell’Esercito Italiano Nicola Ciardelli e il Caporale della Polizia militare rumena Bogdan Hancu. Rimane invece gravemente ferito un terzo carabiniere, il Maresciallo Enrico Frassanito, che morirà dieci giorni più tardi, il 7 maggio, per le gravissime ustioni riportate.

Alla toccante iniziativa hanno preso parte, oltre ai familiari del militare, il comandante provinciale dei carabinieri dell’Aquila, Salvatore Del Campo, il cappellano militare Don Claudio Recchiuti, il sindaco di Pacentro Giuseppe Silvestri, nonché una nutrita rappresentanza di carabinieri in servizio, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Forestali.

Alla memoria del Maresciallo Lattazio è stata concessa la Croce d’Onore “alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero” con la seguente motivazione:

«Componente del plotone info-investigativo dell’unità di manovra del Reggimento Msu nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia”, nel corso di trasferimento presso il locale “Provincial joint operation center” a bordo di convoglio blindato, veniva mortalmente investito dalla deflagrazione di un insidioso ordigno di devastante potenza, fatto esplodere da ignoti terroristi al passaggio degli automezzi. Chiaro esempio di elette virtù militari, elevatissimo senso del dovere e assoluta dedizione al servizio costantemente testimoniati sino all’estremo sacrificio contribuendo ad elevare il prestigio dell’Italia, delle sue forze armate e dell’Arma dei Carabinieri».