06 Maggio 2025 - 12:05:59

di Martina Colabianchi

Lo Stadio del Fondo ai Piani di Pezza non si realizzerà. Il Comune di Rocca di Mezzo ha infatti recentemente avviato la procedura di approvazione del ripristino ambientale dell’area.

Soddisfatte le associazioni Salviamo L’Orso e Stazione Ornitologica Abruzzese che, da luglio 2023, hanno portato avanti una battaglia per impedire la realizzazione della struttura.

Nell’estate di due anni fa, le due associazioni avevano inviato una formale diffida al Comune di Rocca di Mezzo, che aveva di lì a poco sospeso i lavori. All’origine della diffida, i molteplici vincoli ambientali e paesaggistici cui l’area è sottoposta.

Successivamente, il 10 agosto 2023, le due associazioni, dopo aver raccolto le necessarie informazioni sul progetto, sui vincoli che insistono sull’area e le sue eventuali autorizzazioni, ha inviato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica dell’Aquila chiedendo alla Magistratura di valutare l’eventuale
sussistenza di reati e, nel caso, di procedere al sequestro precauzionale dei luoghi oggetto dei lavori.

Riconosciute le buone ragioni degli autori dell’esposto, il cantiere è stato così sequestrato. Da allora, la Procura della Repubblica ha poi rinviato a giudizio i responsabili della ditta che aveva iniziato i lavori senza tutte le necessarie autorizzazioni, fissandone la prima udienza del processo per il prossimo 21 maggio.

Ora, l’annuncio della volontà di ripristino ambientale dell’area.

«Siamo felici che il buon senso abbia prevalso, anche se ci sono voluti quasi 2 anni e l’impegno delle associazioni per preservare i Piani di Pezza, un patrimonio di tutti la cui bellezza sarebbe stata stravolta da un intervento inutile che ne avrebbe alterato il fascino per sempre, un intervento simile ai molti altri che purtroppo abbiamo visto deturpare gli ambienti delle montagne appenniniche in questi ultimi anni, senza peraltro benefici economici duraturi, tangibili e documentati», scrivono Salviamo L’Orso e Stazione Ornitologica Abruzzese.

«Questa storia ci sembra imponga alcune riflessioni, la prima è il ruolo importante, diremmo quasi decisivo, delle associazioni di cittadini che volontariamente e senza secondi scopi vigilano sul territorio a difesa dell’ambiente e della legalità, la seconda riguarda l’incapacità e la superficialità di molte amministrazioni comunali che ancora ai giorni nostri si illudono di promuovere un supposto “sviluppo economico” svendendo il loro capitale naturale invece di promuoverlo per quel che è, qualcosa di unico e inestimabile che ai giorni nostri si è già ridotto ai minimi termini ed è per questo molto più prezioso di qualsiasi Stadio del Fondo».

«Per ultimo – concludono le due associazioni – vorremmo ricordare ai vertici del Parco regionale Sirente-Velino che il fine istituzionale del parco è preservare per le generazioni future l’ambiente ed il territorio che tutti noi abbiamo ereditato e che il suo uso deve certamente beneficiare le popolazioni locali ma senza che questo ne alteri irrimediabilmente lo stato cosi come prevedono le norme regionali, nazionali ed europee».