06 Maggio 2025 - 17:33:18
di Tommaso Cotellessa
Gli attivisti del comitato No Snam si sono dati appuntamento fuori dal palazzo dell’Emiciclo per un sit-in di protesta organizzato in concomitanza con la seduta del Consiglio Regionale in cui si discuteva discuteva la realizzazione del metanodotto SNAM – Linea Adriatica.
Il progetto prevede la costruzione di una centrale di compressione a Sulmona e un gasdotto che attraverserà l’Appennino, toccando anche aree ad alta vulnerabilità sismica.
A esprimere le ragioni della mobilitazione è stata Sara Occhiuzzi del comitato No SNAM: «Per il nostro territorio non ci sarebbe alcun beneficio. Né economico, né lavorativo. Al contrario, subiremmo un pesante impatto ambientale. Zone come Paganica, Madonna della Pari e i terreni limitrofi verrebbero devastati, con conseguente perdita di valore dei suoli e distruzione del paesaggio».

Ma non è solo una questione ambientale ed economica. Il rischio sismico rappresenta un ulteriore motivo di allarme. «Il tracciato attraversa zone in cui sono presenti faglie attive – ha proseguito Occhiuzzi – e non possiamo dimenticare il terremoto del 2009. Un’opera del genere in un’area sismica è un pericolo concreto»
Anche Mattia Lolli di Legambiente Italia ha preso posizione netta contro il progetto, inquadrandolo nel più ampio contesto della crisi climatica globale. «Il metanodotto è un simbolo di un modello energetico obsoleto. Il gas è una fonte fossile, e come tale produce CO₂, alimentando la crisi climatica. Oggi vediamo sempre più spesso alluvioni, ondate di calore, eventi estremi. Eppure, invece di puntare con decisione su fonti rinnovabili come sole e vento, si continua a investire in infrastrutture fossili».
Lolli ha anche denunciato gli interessi economici dietro al progetto: «SNAM riceverà 2,5 miliardi di euro, anche attraverso i fondi del PNRR. Le rinnovabili non vengono sviluppate adeguatamente perché non garantiscono i margini di profitto che garantisce il gas».
A portare all’interno dell’aula le ragioni dell’aula è stato il consigliere regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci il quale, con una dettagliata risoluzione, ha richiesto al presidente della Giunta regionale di sostenere la posizione di assoluta contrarietà nei confronti della realizzazione dell’opera.

Nel suo intervento in Consiglio Pietrucci ha richiesto di assegnare alle Regioni il compito di individuare le aree idonee per le infrastrutture metanifere (come già avviene per le aree idonee alle fonti energetiche rinnovabili); di sottoporre il progetto Linea Adriatica ad una nuova Valutazione di Impatto Ambientale (quella esistente risale ad oltre 14 anni fa); di sottoporre l’opera ad una valutazione costi/benefici da parte di un ente terzo; di approvare una nuova normativa nazionale sulle distanze di sicurezza (le norme attuali non garantiscono l’incolumità dei cittadini e la sicurezza dei beni); di apporre il vincolo culturale sull’area di Case Pente a Sulmona, dove gli scavi di archeologia preventiva effettuati per la centrale hanno portato alla luce reperti di elevato valore storico.
La risoluzione verrà discussa all’interno della commissione competente giovedì prossimo al fine di condurre un approfondimento sul tema anche tramite le audizioni di personale competente e degli attori coinvolti.