11 Maggio 2025 - 23:22:20

di Vanni Biordi

Un piccolo comune di poco più di 3800 anime, incastonato nel cuore dell’Appennino abruzzese con le sue tredici frazioni, sovverte ogni pronostico e si laurea come il più ricco d’Abruzzo. A dircelo è l’ultimo report nazionale sulle dichiarazioni dei redditi relativo all’anno d’imposta 2023, pubblicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Un risultato sorprendente che mette Scoppito, con un reddito medio annuo di 25.095,71 euro, davanti a centri urbani ben più popolosi e considerati economicamente più fiorenti come L’Aquila e Pescara.

Possiamo considerarla un’economia dinamica nel cuore dell’Appennino? Ma certo. Il segreto di questa inaspettata leadership risiede in un tessuto economico locale vivace e diversificato. Nonostante le dimensioni contenute, il territorio di Scoppito ospita un numero importante di piccole e medie imprese che, evidentemente, generano un valore aggiunto pro capite notevole. Ci si è riempiti la bocca, ultimamente, del termine ‘resilienza’. Ecco, questo dato suggerisce una resilienza e una capacità di creare ricchezza anche in contesti territoriali meno ‘centrali’.

Alle spalle di Scoppito si posizionano L’Aquila, con un reddito medio di 24.199,40 euro, che si conferma un polo economico importante, e Ocre, con 23.975,18 euro, che chiude un podio inatteso. La classifica dei primi dieci comuni più ricchi vede una forte predominanza della provincia dell’Aquila, con ben sette rappresentanti, tra cui spiccano anche Rocca di Mezzo, Rivisondoli, Teramo, Scurcola Marsicana, Rocca di Cambio e Fara San Martino. La presenza di Pescara solo al quinto posto, con 23.373,24 euro, rappresenta un elemento di riflessione sulle dinamiche economiche regionali.

A livello regionale, l’Abruzzo si colloca al 14esimo posto nella classifica nazionale con un reddito medio di 21.200 euro, superando tutte le regioni del Sud Italia. Un dato che, anche se più basso rispetto alla media nazionale, testimonia una solidità economica rispetto al Mezzogiorno. La Lombardia guida la classifica con 28.100 euro, seguita da Bolzano ed Emilia-Romagna.

L’analisi del report evidenzia anche un’altra faccia della medaglia: la presenza di comuni con redditi medi significativamente più bassi. La classifica dei “più poveri” è guidata da Ofena, con 11.248,91 euro, seguita da Corvara e Colledimezzo. In questa classifica si registra una prevalenza di comuni delle province dell’Aquila e di Chieti, con la sola eccezione di Corvara, che è in provincia di Pescara. Questo divario sottolinea un disordine nella distribuzione della ricchezza all’interno della regione, con aree interne e montane che faticano a raggiungere i livelli di reddito dei centri maggiori o di realtà economicamente più dinamiche come Scoppito.

E qui dobbiamo dirlo, il caso di Scoppito rappresenta un’interessante anomalia statistica che merita un approfondimento socio-economico. Come un comune relativamente piccolo e relativamente decentrato riesce a superare centri urbani ben più grandi in termini di reddito pro capite? Le risposte potrebbero risiedere nella specificità del suo tessuto imprenditoriale, nella possibile presenza di settori di nicchia ad alto valore aggiunto o in dinamiche demografiche particolari, come una minore incidenza di fasce di popolazione a basso reddito.

È fondamentale analizzare nel dettaglio la natura delle attività economiche presenti a Scoppito. Si tratta di un polo farmaceutico-industriale specializzato? Di un distretto artigianale di eccellenza? O magari di una forte presenza di professionisti con redditi elevati? Cercare di capire i fattori che hanno portato a questo primato potrebbe offrire spunti interessanti per le politiche di sviluppo regionale, suggerendo un modello virtuoso replicabile o evidenziando l’importanza di sostenere le specificità economiche dei territori, anche quelli apparentemente ‘minori’.

Allo stesso modo, la marcata differenza tra i comuni più ricchi e quelli più poveri dell’Abruzzo impone una riflessione sulle politiche di coesione territoriale e sulla necessità di interventi mirati per sostenere le aree più in difficoltà, contrastando il rischio di un’Abruzzo a due velocità. I dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, al di là della sorpresa Scoppito, offrono una fotografia nitida delle dinamiche economiche regionali. Un dato che dovrebbe stimolare un dibattito costruttivo sul come stanno cambiando le strategie di sviluppo sul territorio abruzzese.