Marinelli e Pecorale su disoccupazione: "In Abruzzo aumenta la precarietà. Regione senza strategie"
12 Maggio 2025 - 17:42:17
statistiche, sono persone. I numeri pubblicati oggi sull’aumento
vertiginoso delle richieste di Naspi in Abruzzo svelano l’ennesima bugia
del centrodestra, l’Abruzzo non è in condizione di celebrare nulla sul
fronte occupazione, perché dai dati emerge il fatto che il lavoro nella
nostra regione è sempre più fragile, discontinuo, povero. Tutto questo
accade perché non c’è una strategia efficace che consenta di garantire
alle lavoratrici e ai lavoratori più diritti, stabilità, sicurezza e
dignità”, così il segretario regionale del Partito Democratico Daniele
Marinelli e la responsabile Lavoro del PD Abruzzo, Monia Pecorale
commentano i dati dell’INPS sulla Naspi pubblicati oggi.
“Sono migliaia le persone che hanno perso il lavoro o vivono di
contratti a tempo, saltuari, a chiamata – incalzano i due esponenti Dem
– . La precarietà è ormai la normalità e questo Governo regionale sta a
guardare soltanto, perché dopo gli anni di stallo del primo mandato, con
risorse e iniziative bloccate, Marsilio è passato agli annunci, creando
aspettative che non è in grado di sostenere, si pensi al fatto che
proprio il lavoro è uno dei settori che più risentirà dei tagli per
coprire il deficit della sanità. È ora che la Regione Abruzzo cambi
passo. Serve una strategia vera, strutturata, mirata all’occupazione:
con incentivi stabili per chi assume a tempo indeterminato, formazione
continua, attenzione vera ai giovani, alle donne, agli over 50 esclusi
dal mercato per ragioni anagrafiche e non più reinseriti.
Per questo motivo, il Partito Democratico sostiene convintamente i sì ai
referendum dell’8 e 9 giugno e invita lavoratrici, lavoratori e famiglie
ad andare a votare. Dalla fotografia attuale è chiaro che bisogna
rimettere al centro i diritti per aprire una stagione vera di
cambiamento, anche in Abruzzo. In questo modo faremo la nostra parte per
cambiare le cose, perché non basta sbandierare che in Italia ci sono “un
milione di posti di lavoro in più” come ha fatto la Meloni sui media,
sapendo bene che dietro quei numeri ci sono stipendi che non bastano ad
arrivare a fine mese, contratti precari e zero prospettive. Il diritto
al lavoro si garantisce con contratti dignitosi, retribuzioni eque e
politiche attive vere. Tutte cose che in Abruzzo oggi mancano del
tutto”.