Sinistra Italiana: "La caccia a cinghiali e cervi non risolverà i problemi dell’agricoltura abruzzese"
12 Maggio 2025 - 19:16:36
Copagri e “Liberi agricoltori” per domani, 13 maggio, davanti alla
Regione Abruzzo per chiedere interventi urgenti in merito alla fauna
selvatica, definita “fuori controllo”, e della volontà di tali
associazioni di presenziare davanti al TAR Abruzzo durante l’udienza del
14 maggio relativa al piano di abbattimento dei cervi (quasi 470
individui) presentato dalla Regione Abruzzo nel 2024 e sospeso dal
Consiglio di Stato in seguito al ricorso delle associazioni WWF, LAV, e
“LNDC Animal Protection”.
A tal proposito, senza voler sminuire in alcun modo le esigenze e le
problematiche quotidiane dei lavoratori e delle lavoratrici del settore
agricolo, sentiamo la necessità di ribadire che non è attraverso
l’abbattimento degli animali che l’agricoltura abruzzese può risolvere i
propri problemi.
La fauna selvatica è parte integrante degli ecosistemi, sia naturali che
semi-antropizzati come quelli delle aree agricole, già grandemente
compromessi a livello planetario a causa delle attività umane. La fauna
selvatica è un tassello fondamentale di tali ecosistemi e ne garantisce
la funzionalità e l’equilibrio, dei cui frutti gode anche l’agricoltura.
Se si creano conflitti tra attività umane e fauna selvatica, è giusto
che vengano affrontati ma con un approccio razionale e basato su
evidenze scientifiche, non sull’onda emotiva e con illusorie “soluzioni
rapide”.
Ad esempio, negli ultimi anni abbiamo assistito in Abruzzo ad estese
azioni di abbattimento dei cinghiali ad opera dei cacciatori, supportati
dalle autorità regionali, senza però diminuzioni significative nei danni
alle colture. Infatti, il sistema di abbattimento più comunemente usato,
quello della caccia in braccata, tende al contrario a favorire sia la
mobilità dei cinghiali verso le aree antropizzate, poiché incentiva
l’allontanamento dei singoli individui in varie direzioni, sia la
produttività delle femmine, poiché frammentando i gruppi familiari tende
a separare i giovani dalle madri, le quali possono così tornare in estro
e dar vita ad una nuova cucciolata.
Parallelamente, l’attuale crociata per l’abbattimento dei lupi, che ha
portato al recente declassamento del livello di protezione della specie
da parte del Parlamento europeo, provocherà ancora più problemi
all’agricoltura. Infatti, eventuali piani di abbattimento dei lupi
andrebbero a ridurre l’efficacia dell’unico vero “controllore” delle
popolazioni di ungulati selvatici (oltre il 60% della dieta del lupo è
di norma costituito proprio da cervidi e cinghiali).
Le alternative per diminuire l’impatto della fauna selvatica sulle
colture ci sono e si conoscono da tempo (recinzioni elettrificate,
dissuasori acustici, visivi ed olfattivi). Quando queste non sono
attuabili, devono essere le Istituzioni (accantonando per tempo i fondi
necessari) ad intervenire per risarcire i danni. La Regione Abruzzo a
gennaio 2025 ha stanziato un milione di euro per far fronte alle
richieste di rimborso per i danni da fauna selvatica. È un primo passo,
ma non è di certo sufficiente. In questo contesto, avviare tavoli di
confronto tecnico-scientifico sulla gestione della fauna selvatica è
quantomai necessario, al contrario di quanto sostengono i promotori
della manifestazione nel loro comunicato, perché non sarà di certo il
fuoco delle carabine a risolvere il problema.
Ribadiamo che l’abbattimento degli animali non è la strada giusta per la
gestione della convivenza uomo-fauna, e che è urgente un profondo
rinnovamento culturale del modo di concepire la convivenza con gli altri
esseri viventi.
Esprimiamo la più ferma condanna dell’atteggiamento di mero
compiacimento degli umori (anche quelli in malafede) di una parte del
modo agricolo abruzzese che la destra nostrana continua a portare avanti
a soli fini elettorali, senza delineare un progetto politico-gestionale
di ampio respiro che garantisca un reale miglioramento della situazione.