15 Maggio 2025 - 13:18:18
di Redazione
«Dopo anni di impegno costante tra settore amministrativo e tecnico, oggi ci troviamo davanti a un drammatico bivio: la proroga che avrebbe garantito la continuità lavorativa per altri quattro anni è stata bloccata, a causa dei tagli previsti a livello regionale».
Un gruppo di lavoratori precari impiegati nella Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila fa appello alla Regione affinché si possa intervenire immediatamente dopo il blocco imposto alla Asl dal direttore del dipartimento regionale Sanità Emanuela Grimaldi alla procedura di aggiudicazione della gara per l’affidamento del servizio di supporto amministrativo e tecnico, che lascia di fatto a casa 150 dipendenti a partire da domani.
«Facciamo appello alle istituzioni affinché non si giri lo sguardo altrove, ma si trovi una soluzione che possa scongiurare il licenziamento o il taglio delle ore, ed offrire continuità e sicurezza a chi ha costruito un’esperienza professionale importante e utile per la collettività. Non chiediamo privilegi, chiediamo solo di non essere dimenticati», affermano.
«Questa situazione ci lascia sgomenti. Il rischio concreto è una catastrofe occupazionale che colpirebbe decine di famiglie e che rappresenterebbe un ulteriore colpo all’economia del territorio aquilano, già fortemente provato. Non possiamo pensare che il futuro di questa terra sia affidato esclusivamente a supermercati, bed & breakfast e locali. La nostra comunità ha bisogno di lavoro stabile, servizi pubblici funzionanti e prospettive concrete per i giovani e per chi ha già dato tanto – scrivono i precari – Siamo lavoratori e lavoratrici che hanno svolto con dedizione e sacrificio i propri compiti, spesso in condizioni difficili, al servizio della salute pubblica. Oggi chiediamo soltanto di poter continuare a farlo, nel rispetto della dignità di ciascuno e della funzione sociale che ogni giorno svolgiamo».
E sulla delicata questione si è aperta un’interlocuzione tra l’Azienda sanitaria e la Regione.
Secondo il segretario regionale di Uil Fpl Antonio Ginnetti, «Non c’è purtroppo una soluzione tecnica perché la proroga era stata fatta nelle more dell’indizione del nuovo bando. La procedura è terminata, ed era già pronta la delibera per aggiudicare i servizi alla nuova ditta, ma non è stata firmata dopo lo stop arrivato dalla Regione. Non si può, quindi, neppure intervenire con una nuova proroga. Intervengano il presidente Marsilio e la politica regionale perché non si può fare economia sulla pelle della povera gente, che siano utenti o lavoratori, per ripianare i buchi della sanità».
Fesica – Confsal Abruzzo: «Cgil, Cisl e Uil hanno sacrificato i precari della Asl 1 e ora fingono di indignarsi»
«La verità è che lo sapevano tutti, ma nessuno ha voluto agire: i 150 lavoratori precari impiegati nei settori amministrativo e tecnico tramite cooperativa sociale nella Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila non rientrano nel settore dei servizi sanitari e, per questo, potevano essere salvati soltanto con una società in house».
A dichiararlo è Marcello Vivarelli, segretario regionale Fesica-Confsal Abruzzo, nei giorni del caos e della paura per i 150 lavoratori a rischio licenziamento.
«L’unica strada percorribile era l’internalizzazione in una società in house della Regione Abruzzo o della stessa Asl provinciale aquilana. Ma questa soluzione, che noi di Fesica-Confsal abbiamo sempre indicato con chiarezza, è stata sistematicamente ignorata o addirittura osteggiata dalle grandi sigle sindacali», accusa Vivarelli.
«Cgil, Cisl e Uil hanno fatto finta di svegliarsi dopo anni di totale immobilismo. Ora parlano, ma dove erano mentre noi facevamo incontri, assemblee, comunicati e cercavamo di mantenere alta l’attenzione su questa vicenda?», incalza il sindacalista, che non nasconde «l’amarezza per l’epilogo di questa lunga vertenza e punta il dito anche contro l’inerzia di molti lavoratori coinvolti. Purtroppo i lavoratori stessi hanno le loro responsabilità: hanno aspettato, hanno temporeggiato, convinti che prima o poi qualcuno avrebbe trovato una soluzione per loro, come per magia. Ma senza una mobilitazione ampia e continua, nulla si è mosso».
«Noi di Fesica-Confsal siamo stati soli a portare avanti questa battaglia, spesso sbeffeggiati dagli altri sindacati, ignorati dalla politica che ha fatto promesse mai mantenute. I pochi momenti di protesta reale sono stati troppo rari e con numeri insufficienti a smuovere le istituzioni», prosegue Vivarelli.
«La realtà, ora, è sotto gli occhi di tutti: il concorso pubblico per assistenti amministrativi si è chiuso il 12 maggio, e guarda caso solo il giorno dopo le grandi sigle e alcuni rappresentanti politici si sono accorti del dramma dei lavoratori esclusi – aggiunge -. Ma lo sapevano da sempre. E non si sono mai mossi concretamente. Ora cercano di scaricare le responsabilità su di noi, dicendo che abbiamo ‘spaccato il fronte’, però non dicono che io ho scritto loro più volte, proponendo una battaglia comune. Non mi hanno mai risposto», dichiara ancora Vivarelli.
Alla luce di questo scenario, l’esponente Fesica-Confsal continua: «Oggi, purtroppo, non posso fare altro che prendere atto del fallimento complessivo della politica, della Regione, delle sigle maggioritarie. E, con amarezza, ‘sposare’ il concorso pubblico come unica via rimasta. È la linea che Cgil, Cisl e Uil hanno voluto fin dall’inizio, anche se ora fingono di indignarsi. Ma il messaggio che stanno facendo passare è chiaro: chi non ha superato il concorso deve andare a casa. È questo il risultato della loro scelta e del loro immobilismo».
Vivarelli lancia quindi un ultimo appello ai lavoratori: «Non credete più alle favole né alle indignazioni di facciata. La verità è che se oggi siamo arrivati a questo punto è perché molti hanno taciuto, sperato, aspettato. Io la faccia ce l’ho sempre messa».
«Fesica-Confsal, che da sempre ha indicato una via concreta e possibile, ribadisce la propria posizione con coerenza e responsabilità. Ora, però, tocca a chi ha alimentato illusioni assumersi il peso delle proprie scelte», conclude.