16 Maggio 2025 - 10:34:20

di Tommaso Cotellessa

Dopo la ferma presa di posizione delle sigle sindacali, anche la politica ha reagito duramente alla conferma, da parte della Regione Abruzzo, del blocco dell’appalto Asl per il servizio di supporto amministrativo e tecnico. Una decisione che, salvo ripensamenti nelle prossime ore, potrebbe portare alla perdita del posto di lavoro per 150 dipendenti.

Il Partito Democratico ha espresso la propria contrarietà attraverso una nota congiunta del segretario provinciale Stefano Albano e del segretario comunale Nello Avellani, definendo inaccettabile quanto sta accadendo. Secondo i dem, il quadro attuale «rientra nella scellerata politica dei tagli di un governo regionale disperato, che raschia il fondo del barile e, oltre ad alzare le tasse e diminuire i servizi, continua ad incidere sulla carne viva delle persone mandando i lavoratori a casa».

La proposta avanzata dal Pd è quella di procedere all’internalizzazione dei lavoratori, attraverso l’impiego della società di scopo Abruzzo Progetti, un’opzione indicata più volte dal partito ma mai presa in considerazione dalle istituzioni regionali.

Albano e Avellani puntano il dito contro gli eletti del centrodestra, chiamandoli direttamente in causa. «La direttrice del Dipartimento Sanità che ha firmato il provvedimento e l’assessore Verì – scrivono – non hanno capito che la Asl dell’Aquila rappresenta la metà del territorio regionale ed eroga servizi sanitari in 73 punti di erogazione (il doppio rispetto a Teramo e Pescara e un terzo in più rispetto a Chieti). Ci troviamo di fronte, quindi, al solito squilibrio nelle valutazioni tra le quattro Asl, come già accaduto per la ripartizione del fondo sanitario e dei fondi post-Covid».

Alla luce di ciò, i dirigenti democratici chiedono la convocazione urgente della conferenza dei capigruppo in Comune, con l’audizione dell’assessore regionale alla Sanità, del manager Asl, del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, dei sindacati, dei consiglieri e assessori regionali e dei parlamentari eletti in provincia.

Sulla vicenda è intervenuta anche Alleanza Verdi e Sinistra, esprimendo sconcerto e preoccupazione. In particolare, il circolo di Sulmona ha chiamato in causa le tre consigliere regionali del centrodestra elette nella Valle Peligna – Marianna Scoccia (Noi Moderati), Antonietta La Porta (Forza Italia) e Maria Assunta Rossi (Fratelli d’Italia) – chiedendo loro di rispondere concretamente alle esigenze del territorio.

«È inaccettabile – si legge in una nota di AVS – che, mentre è agevole trovare i fondi per la cosiddetta “legge mancia”, si colpiscano lavoratori che hanno sostenuto il sistema sanitario anche nei momenti più duri. Il centrodestra regionale ha più volte dichiarato che la situazione del debito sanitario era sotto controllo; oggi invece emerge un quadro di confusione e irresponsabilità. Alle rappresentanti locali del centrodestra diciamo con chiarezza: meno marchette elettorali e più atti concreti per il bene comune. È ora di mettere da parte la propaganda, assumersi la responsabilità politica delle scelte fatte e trovare soluzioni immediate e reali, altrimenti che ci sia il buon gusto delle dimissioni. Non è più tempo di sorrisi e passerelle: è tempo di lavoro serio e responsabilità verso le cittadine e i cittadini, verso le lavoratrici e i lavoratori».