17 Maggio 2025 - 18:02:15

di Martina Colabianchi

«Nell’indifferenza della politica locale continuano le scelte dannose per gli agricoltori e proprietari di terreni della Valle del Tirino area ricadente nell’ ambito del consorzio di bonifica Aterno Sagittario. Adesso si corre il rischio di procrastinare o addirittura saltare la stagione irrigua 2025 a causa di assurdi ritardi di lavori tanto costosi quanto inutili».

Così, in una nota, il segretario regionale di Demos Alfonso d’Alfonso. Nel 2023 il consorzio di bonifica, come ricorda D’Alfonso, avviava l’installazione di contatori per il consumo idrico per 10 milioni di euro nel comprensorio dei comuni di Capestrano e Ofena, ma «non si giustifica ad oggi tale enorme spesa in quanto si dispone di acqua soltanto per tre ore al giorno e per soli quattro mesi l’anno».

«In tema di risorse idriche, infatti, – prosegue – la principale criticità riguarda la presenza di un sistema infrastrutturale antiquato e disfunzionale, concepito sulla base delle necessità degli anni 60/70. L’ammodernamento e il rifacimento della nostra rete idrica è uno degli elementi più urgenti da affrontare , pertanto, sarebbe stato prioritario intervenire  sulle condotte del nostro territorio ridotte a veri colabrodo con continue rotture e conseguenti interruzione del servizio».

«Inoltre – prosegue – i lavori sono stati sinora eseguiti danneggiando le colture in essere senza provvedere a espropri o indennizzi considerato che molte opere  in passato sono state realizzate a loro volta su terreni privati. Si è riscontrato che spesso non vi è neanche corrispondenza tra gli elaborati tecnici e lo stato reale su campo il che ha provocato ulteriori problemi. La cosa gravissima è che alla data odierna del 17 Maggio 2025 non vi è alcuna certezza della conclusione dei lavori, con un numero elevatissimo di condotte da ripristinare e o parzialmente lavorate su cui bisognerà intervenire. Assolutamente grave la mancata programmazione dei lavori che porterà a gravi e dannosi ritardi della stagione irrigua che sarebbe già dovuta essere avviata e in tal caso gli agricoltori saranno costretti a rivolgersi alla magistratura per essere tutelati , tenendo anche conto che neanche le organizzazioni di categoria fanno nulla per fare rispettare e tutelare i diritti degli agricoltori».

«È vergognoso che dopo un ennesimo aumento dei ruoli del 15 per cento che si è abbattuto sulle imprese e che hanno portato il ruolo sui terreni a 200 euro circa per ettaro e un servizio idrico ipotetico di sole tre ore giornaliere si rischia , dunque, di rimanere a secco».

Demos, quindi, chiede che la politica regionale abruzzese «si faccia carico della pessima gestione degli organi consortili che, nonostante i costi elevatissimi raggiunti, contribuiscono ad aumentare le difficoltà di chi già ne ha tante, come se i danni provocati da fauna selvatica, crisi climatica e aumento del costo energetico non bastassero per deprimere la già fragile agricoltura di montagna».

«Adesso basta demagogia, sorrisi , pacche sulla spalla e selfie con arrosticini. Occorre assolutamente dare agli agricoltori della Valle del Tirino la certezza della disponibilità dell’acqua che pagano cara e amara», conclude D’Alfonso.