21 Maggio 2025 - 21:08:06
di Vanni Biordi
In vista delle elezioni per il nuovo Rettore dell’Università dell’Aquila, il Prof. Marco Valenti ha presentato il suo programma, il primo reso pubblico sul sito di Univaq. La sua candidatura, che arriva in un momento cruciale per l’Ateneo, si fonda su un profondo spirito di servizio, entusiasmo e senso di responsabilità, con l’obiettivo di affrontare le sfide attuali attraverso l’ascolto, la condivisione e la partecipazione di tutta la comunità universitaria
Il professor Valenti riconosce che l’Università dell’Aquila, pur vantando eccellenze nella formazione e nella ricerca, è «imbalsamata» sul piano amministrativo. Le criticità individuate includono una burocrazia eccessiva e inefficace, un accentramento senza delega o un decentramento solo apparente, e soprattutto un deficit di trasparenza. Questi fattori, uniti ai ritardi nella ricostruzione e alla mancanza di servizi per studenti e docenti, limitano il potenziale dell’Ateneo.
Per superare queste problematiche, Valenti propone una governance basata sul dialogo continuo, che valorizzi il ruolo di tutti i membri della comunità. L’obiettivo è abbandonare il metodo delle «scatole nere» e delle decisioni verticistiche, rendendo ciascuno protagonista nella progettazione e attuazione della missione dell’Ateneo.
Un punto cardine del programma è la netta distinzione tra i vertici politici e l’amministrazione. Il Rettore e gli Organi dell’Ateneo avranno il compito di definire le linee di indirizzo, mentre il Direttore Generale (DG) sarà responsabile dell’attuazione efficiente. Valenti sottolinea la necessità di rinnovare la figura del DG e di prevedere altre figure dirigenziali specializzate, per superare l’attuale dirigenza monocratica che ostacola un vero controllo di gestione e rallenta i processi decisionali.
Il programma prevede una revisione profonda dei meccanismi operativi, tipo pianificazione, programmazione, amministrazione, controllo, sistemi informativi, comunicazione e valutazione, con un forte accento sulla semplificazione e la digitalizzazione delle procedure. L’obiettivo è liberare docenti e ricercatori da oneri tecnico-amministrativi impropri, consentendo loro di dedicarsi pienamente alle attività di didattica e ricerca.
Il Prof. Valenti riconosce il personale tecnico-amministrativo-bibliotecario come colonna portante dell’Ateneo, proponendo la sua valorizzazione attraverso formazione continua, percorsi di carriera e un adeguato riconoscimento economico. Particolare attenzione sarà dedicata all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale alla governance, con la costituzione di un gruppo di lavoro dedicato. L’adozione dell’IA è vista non solo come una scelta strategica, ma come una trasformazione indispensabile per migliorare la qualità del lavoro e la governance complessiva dell’Ateneo, contribuendo anche a un migliore posizionamento nei ranking nazionali e internazionali.
Sul fronte della formazione, l’Università dell’Aquila, in quanto ateneo pubblico generalista, deve puntare su una costante innovazione e sperimentazione, trasferendo nella didattica i risultati della ricerca più avanzata e aprendo i corsi di studio a una prospettiva internazionale. È cruciale rafforzare l’interazione con il mondo del lavoro e delle imprese, personalizzare i percorsi di apprendimento e utilizzare le tecnologie digitali in modo intelligente.
Per affrontare la frammentazione dei settori disciplinari, Valenti propone un riassetto dei dipartimenti orientato a una maggiore uniformità e coerenza, facilitando la costruzione di percorsi trasversali e interdisciplinari. Si intende inoltre incrementare l’offerta formativa in lingua inglese, attivando o ampliando corsi di laurea e master interamente in inglese.
In buona sostanza, il programma del Prof. Marco Valenti, candidato rettore dell’Università dell’Aquila, sembra voler essere un programma ambizioso e fortemente critico nei confronti dell’attuale gestione dell’Ateneo. Il programma, che si configura come il primo programma pubblicato sul sito di Univaq, è un manifesto programmatico che pone l’accento su una serie di problematiche strutturali e propone soluzioni concrete, con un focus particolare sulla trasparenza, la semplificazione burocratica e l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale.
Valenti non esita a definire l’attuale amministrazione come «imbalsamata» e affetta da una «attitudine ‘ministeriale’ della governance», con eccessi di burocrazia, accentramento e un deficit di trasparenza. La critica è netta: l’Ateneo, pur eccellendo nella formazione e nella ricerca, è frenato da meccanismi operativi obsoleti e da una gestione che spesso sembra agire con «forze concorrenti con gli interessi propri dell’Ateneo». Questo scenario, unito alle incertezze della ricostruzione e alla mancanza di servizi essenziali, limita le potenzialità dell’Università e ne appanna la percezione del valore.
La visione di Valenti è quella di un’Università come «grande comunità», dove il dialogo continuo, la condivisione e la partecipazione di tutti i membri, dagli studenti ai docenti fino al personale, siano i pilastri della governance. Si propone come un “primus inter pares” di garanzia istituzionale, al di sopra di ogni interesse di area, con l’obiettivo di «liberare la forza creativa delle energie della nostra amata e gloriosa Università».
Un punto centrale del programma è la riforma della governance, con una chiara distinzione tra vertici politici, Rettore e organi dell’Ateneo, e l’amministrazione, guidata dal Direttore Generale. Valenti denuncia l’eccessivo potere attuale del DG, che spesso «se la canta e se la suona», assumendo un ruolo improprio di controllato e controllore. La proposta è di rinnovare la carica del DG e di prevedere altre figure dirigenziali specializzate, imitando le «buone pratiche delle Università italiane di medie dimensioni». Questo per attuare una «gestione condivisa e una politica di responsabilità distribuite», diminuendo le rigidità del sistema e semplificando le procedure.
Il candidato rettore sottolinea l’urgenza di una vigorosa revisione dei meccanismi operativi come pianificazione, programmazione, amministrazione, controllo, sistemi informativi, comunicazione e valutazione, piuttosto che una riorganizzazione radicale immediata delle macrostrutture. L’obiettivo è snellire i processi amministrativi, promuovere la flessibilità, la delega effettiva e la digitalizzazione.
Una delle proposte più innovative e all’avanguardia del programma è l’applicazione diffusa dell’Intelligenza Artificiale alla governance. Valenti intende costituire un gruppo di lavoro con i «migliori talenti» dell’Ateneo per applicare l’IA ai processi, individuando «soluzioni rivoluzionarie per alcune delle nostre ataviche routine».
Gli obiettivi sono chiari: migliorare efficienza ed efficacia, ridurre i tempi di attesa, aumentare la trasparenza. L’IA è vista come uno strumento per liberare il personale da compiti di routine, ottimizzare i processi amministrativi digitalizzando il 100% delle procedure, e fornire un “cruscotto gestionale” per un monitoraggio e una pianificazione più efficaci. Particolare rilievo viene dato all’uso di chatbot e assistenti virtuali al servizio degli studenti, disponibili h24 per informazioni e pratiche amministrative, con l’obiettivo di personalizzare i servizi e ridurre i tempi di attesa.
Il programma non trascura la valorizzazione del personale tecnico-amministrativo-bibliotecario, considerato «colonna portante della nuova governance». Viene riconosciuta la loro importanza e la necessità di potenziamento, formazione continua e riconoscimento delle attività tutoriali. Valenti evidenzia la peculiare criticità dell’Ateneo dell’Aquila, con un rapporto docenti-TAB sfavorevole rispetto alla media, e propone di utilizzare le risorse accantonate per nuove assunzioni e per affrontare il turn-over. Vengono inoltre menzionati gli sforzi per reperire risorse per il Fondo accessorio e il welfare, e per favorire le progressioni di carriera del personale TAB.
Infine, sebbene il problema principale non sia la qualità della didattica e della ricerca, Valenti sottolinea la necessità di innovazione costante nell’offerta formativa. Questo include l’attivazione e l’ampliamento di corsi in lingua inglese, soprattutto in ambiti ad alta mobilità internazionale, e la necessità di un riassetto dei dipartimenti per favorire percorsi trasversali e interdisciplinari, in particolare nell’area medico-sanitaria.
Insomma, il programma del Prof. Valenti sembra essere un documento coraggioso e propositivo, che non si limita a denunciare le problematiche, ma offre soluzioni strutturate e innovative. L’enfasi sulla trasparenza, la delega, la responsabilizzazione diffusa e l’adozione strategica dell’IA rappresentano punti di forza che mirano a modernizzare radicalmente l’Università dell’Aquila, rendendola più efficiente, partecipativa e competitiva. La sua candidatura si presenta come un tentativo di rompere con il passato e di imprimere una svolta decisa verso una gestione più dinamica e orientata al futuro. La sfida sarà quella di tradurre queste ambiziose proposte in azioni concrete, superando le resistenze e coinvolgendo attivamente tutta la comunità accademica