Fwd: Comunicato stampa | Un’occasione mancata: bocciato l’ordine del giorno contro le discriminazioni | Arcigay «K. H. Ulrichs» – L’Aquila

28 Maggio 2025 - 10:16:57

Il consiglio comunale del 26 maggio è stato l’ultimo atto di un
percorso che la consigliera Giannangeli e le forze di opposizione hanno
iniziato ormai a ottobre scorso.

Tutto è partito da un ordine del giorno che chiedeva al consiglio
comunale di «sollecitare il Parlamento affinché si riapra la
discussione sul DDL Zan e si approvi una legge organica volta alla
punizione dei reati fondati sull’odio per sesso, genere, orientamento
sessuale e identità di genere delle persone, colmando un vuoto
giuridico di tutele ormai ingiustificabile; di aderire formalmente e
sostanzialmente alla rete RE.A.DY (Rete nazionale delle Pubbliche
Amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e
identità di genere); di promuovere, di concerto con le associazioni
storicamente attive sul territorio, campagne comunicative e
socio-culturali per contrastare i fenomeni del sessismo, dell’omofobia
e della transfobia con iniziative nelle scuole, nella pubblica
amministrazione e sui posti di lavoro; di adottare tutte le iniziative,
mediante il coordinamento con le associazioni e gli organismi di
settore, destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica verso la
cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna di atteggiamenti
sessisti, omo-lesbo-bi-transfobici.»

L’ordine del giorno non è stato discusso in quella data ma è stato
richiesto un approfondimento, in quello che è l’istituto della Terza
Commissione Consiliare, dove si sono alternate moltissime associazioni
del territorio, compresi i referenti nazionali delle stesse,
personalità politiche, giuridiche e universitarie.

Ieri l’epilogo.

Nonostante gli approfondimenti la proposta non ha ottenuto il sostegno
dei partiti di maggioranza presenti in consiglio. Le motivazioni
espresse per il voto contrario hanno incluso la convinzione che una
normativa simile possa risultare ideologizzata, lesiva della libertà di
espressione e promotrice di un cosiddetto “pensiero unico” in ambito
identitario e di genere. Alcuni esponenti hanno inoltre sostenuto che
non esista un’emergenza di violenza nei confronti delle persone
LGBTQIA+ a livello nazionale o locale e che l’ordinamento italiano
già prevede strumenti adeguati a contrastare le discriminazioni e i
reati d’odio.

A nulla valgono i dati, le inchieste, le indagini statistiche, i fatti
di cronaca e le esperienze riportate da associazioni e centri di
ricerca, italiani ed europei, che evidenziano la persistenza di
discriminazioni, abusi verbali e fisici e diseguaglianze sociali nei
confronti delle persone LGBTQIA+.

A nulla valgono le sentenze della Corte costituzionale e di tribunali
amministrativi che hanno riconosciuto diritti, non da ultimi le
recentissime sentenze sulle Famiglie Arcobaleno e le persone
transgender.

Come realtà sul territorio che da anni si occupa di difendere i diritti
della comunità LGBTQIA+, dei suoi bisogni, della sua
autodeterminazione, della sua tutela, ci chiediamo quale sia il ruolo
delle istituzioni nel riconoscere e affrontare i fenomeni discriminatori
e sull’efficacia delle sue risposte politiche.

Al termine della seduta è stata avanzata la proposta di istituire uno
sportello di ascolto con supporto psicologico e legale. Ci sembra uno
strumento da mettere a valore ma che intendiamo presidiare e sostenere
fornendo personale formato o proponendo formazione, vigilando che
rimanga un luogo sicuro, aperto e non giudicante.

Ci rammarica che si sia persa, forse, l’occasione di confrontarsi
serenamente e laicamente su temi così importanti ma speriamo che ci
siano altre occasioni e noi, sin da ora, ci rendiamo disponibili a
fornire il nostro contributo di esperienza.