28 Maggio 2025 - 19:40:26

di Tommaso Cotellessa

Continua a far discutere la bocciatura, da parte del Consiglio comunale dell’Aquila, dell’ordine del giorno che chiedeva all’amministrazione di schierarsi attivamente a favore dei diritti delle persone LGBTQIA+.

Il documento sollecitava, tra l’altro, la riapertura della discussione parlamentare sul DDL Zan, l’adesione alla rete nazionale RE.A.DY e la promozione di iniziative di sensibilizzazione contro le discriminazioni basate su sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere.

A tornare sulla vicenda è il Circolo Arcigay «K. H. Ulrichs» dell’Aquila, che commenta con amarezza il respingimento dell’ordine del giorno, avvenuto durante l’ultima seduta del Consiglio comunale per effetto del voto contrario della maggioranza. Per l’associazione, si è trattato di una vera e propria occasione mancata.

A indignare gli esponenti del circolo non è solo l’esito negativo della vicenda – iniziata lo scorso ottobre grazie all’iniziativa della consigliera comunale Simona Giannangeli e al sostegno compatto delle forze di opposizione – ma anche le motivazioni con cui i rappresentanti della maggioranza hanno giustificato il loro “no”.

Nonostante la lunga fase di approfondimento avviata in seguito al primo approdo del documento in Consiglio – che ha portato all’apertura di un confronto nella terza commissione, con numerose audizioni di associazioni territoriali, esperti nazionali, personalità politiche, giuridiche e accademiche – la proposta è stata definitivamente respinta.

Come spiega Arcigay le motivazione addotte dalla maggioranza per giustificare il proprio parere contrario «hanno incluso la convinzione che una normativa simile possa risultare ideologizzata, lesiva della libertà di espressione e promotrice di un cosiddetto “pensiero unico” in ambito identitario e di genere. Alcuni esponenti hanno inoltre sostenuto che non esista un’emergenza di violenza nei confronti delle persone LGBTQIA+ a livello nazionale o locale e che l’ordinamento italiano già prevede strumenti adeguati a contrastare le discriminazioni e i reati d’odio».

«A nulla valgono i dati, le inchieste, le indagini statistiche, i fatti di cronaca e le esperienze riportate da associazioni e centri di ricerca, italiani ed europei, che evidenziano la persistenza di discriminazioni, abusi verbali e fisici e diseguaglianze sociali nei confronti delle persone LGBTQIA+ – proseguono da Arcigaì, così come – A nulla valgono le sentenze della Corte costituzionale e di tribunali amministrativi che hanno riconosciuto diritti, non da ultimi le recentissime sentenze sulle Famiglie Arcobaleno e le persone transgender.»

Di fronte alla ferma opposizione espressa dalle forze di maggioranza, Arcigay L’Aquila – realtà impegnata da anni nella difesa dei diritti della comunità LGBTQIA+, nella promozione della sua autodeterminazione e tutela – si interroga sul ruolo delle istituzioni nel riconoscere e affrontare i fenomeni discriminatori, e sull’efficacia delle risposte politiche offerte finora.

L’unico auspicio, concludono gli attivisti, è che venga almeno accolta la proposta, emersa al termine della seduta del 26 maggio scorso, di istituire un osservatorio comunale contro le discriminazioni, «Ci sembra – commentano gli esponenti dell’associazione – uno strumento da mettere a valore ma che intendiamo presidiare e sostenere fornendo personale formato o proponendo formazione, vigilando che rimanga un luogo sicuro, aperto e non giudicante

La nota del circolo «K. H. Ulrichs» si chiude di certo con un pizzico di amarezza, ma con l’auspicio di poter trovare nuovi luoghi e momenti di confronto.

«Ci rammarica che si sia persa, forse, l’occasione di confrontarsi serenamente e laicamente su temi così importanti ma speriamo che ci siano altre occasioni e noi, sin da ora, ci rendiamo disponibili a fornire il nostro contributo di esperienza» così concludono.