28 Maggio 2025 - 08:26:19
di Alfonso De Amicis
L’idea di salvare la sanità, soprattutto a sinistra, tradisce un senso religioso. I due schieramenti lambiscono una situazione bizzarra. Negli ultimi trenta anni si sono divisi equamente la direzione politica dei governi nazionali e locali e rispetto ad ogni soteriologia che si rispetti per avere una salvezza, mancano del tutto la redenzione dai peccati, alcuni principi da salvare, una pena da pagare. Niente di tutto questo. Nel momento in cui nasce il problema di salvare la sanità, quindi impedire che affoghi, nei suoi problemi, nelle sue criticità tutti diventano bagnini. Napoleone li chiamava i “sapienti” e nelle sue campagne li portava sempre con sé.
Costoro ci raccontano gli storici erano oggetto di scherno, e ogni qualvolta si prospettava un’ azione veniva dato l’ordine gli asini o i sapienti al centro. Ora direi che la “sinistra” (rigorosamente tra le virgolette) non abbia mai sbagliato o creato le condizioni di questo disastro è una fesseria. Quasi tutte le controriforme portano il timbro di questo raggruppamento. Così come è innegabile che il centro destra avendo avuto un tempo considerevole a disposizione nulla ha fatto per raddrizzare la situazione. Si è adeguata. Un po’ come il ragioniere Casoria nel film di Totò “La banda degli onesti”.
Stando alla narrazione dominante, pare che i due schieramenti se le diano di santa ragione. “Precari ASL -scontro aperto tra primo cittadino e sindacati. I bisogni della gente cavalcati dalla sinistra ecc ecc.” I lavoratori, in quanto ricattati, in quanto precari e, quindi, come ci ha sempre ricordato Sandro Pertini, quando non ha la libertà economica non sei in grado di decidere nulla e quindi la coscienza del lavoratore sta alla mercé di un intero sistema che poggia su questa sopraffazione.
Ora, se tutti riconoscono che la Sanità va salvata nel suo complesso, tutti riconoscono che è sotto finanziata e per quale motivo oggi dovrebbe affogare? La lezione politica che viene in mente quando si assiste a questi tentativi di cambiare le carte in tavolo è quella di Togliatti quando esortava il suo partito a distinguere la propaganda dalla politica e a fare politica, non propaganda. Troppa grazia? Intanto si potrebbe subito risolvere il problema occupazionale. È stato in altre regioni con il concorso di tutti. Se solo si volesse abbandonando le politiche ricattatorie e di guerra al salario diretto e sociale. E questo sarebbe il preludio al superamento del concetto di azienda. Il servizio pubblico è tale e deve essere tale perché produce un bene pubblico che, in quanto tale, deve essere sottratto al profitto e al reddito, ma anche ad altre logiche economicistiche.
L’istituzionalizzazione delle aziende sanitarie è stata lo strumento per ridurre il diritto alla salute come diritto fondamentale a diritto potestativo, cioè per ridurre un bene pubblico a un costo economico da rendere finanziariamente compatibile con le esigenze dell’ economia. Appare chiaro che alle richieste di sempre più finanziamento ci deve essere un progetto di riforma che cancelli le controriforme fatte soprattutto dal centro sinistra altrimenti si rischia di riempire i serbatoi di una concorrenza finanziaria ed economica a scapito di un bene universalistico. E qui la responsabilità del sindacato per le sue politiche di sottomissione e di subalternità al pensiero dominante sono chiare e nette.