Carenza medici di base, Di Marco e Paolucci rilanciano: "Risoluzione per impegnare la Regione e dare ascolto alla categoria"
29 Maggio 2025 - 16:00:25
inascoltata: oltre 60.000 cittadini abruzzesi sono oggi senza medico di
base e mancano all’appello almeno 240 professionisti, medici senza voce
sulle criticità, perché la Regione non li convoca e destina la maggior
parte delle risorse sull’assistenza ospedaliera più che sulla medicina
generale del territorio, ridotta a distributore di ricette più che
riferimento per prevenzione e cura. Di fronte a questi numeri, il
silenzio della Regione è inaccettabile. Serve un cambio di passo
immediato e per questo presenteremo una risoluzione in Consiglio
regionale affinché si intervenga con urgenza, a partire dalle aree
interne che stanno pagando il prezzo più alto”, annunciano il
consigliere PD Antonio Di Marco che mesi fa aveva sollevato la
questione, attingendo proprio ai dati della FIMMG e denunciato come
vicepresidente della Commissione Ambiente e territorio la mancanza di
attenzione per le aree interne, con lui il capogruppo PD Silvio
Paolucci, promotore di un’interpellanza proprio sulla situazione nelle
aree interne del vastese. Una presa di posizione a fronte della denuncia
lanciata ieri dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale in
Abruzzo in conferenza.
“Siamo di fronte a un collasso annunciato anche della medicina
territoriale – sottolineano i due consiglieri – . I medici di base sono
sempre meno, costretti a lavorare in condizioni insostenibili, con
carichi eccessivi, spostamenti su più comuni e senza adeguati
riconoscimenti, a loro la nostra piena vicinanza e solidarietà. Le aree
interne restano progressivamente scoperte e prive di presìdi
fondamentali, mentre la Regione non solo non dà risposte, ma diserta il
confronto con la categoria. È gravissimo che non sia stato rinnovato
l’accordo integrativo regionale. Il tavolo aperto nel 2023 non ha
prodotto nulla, segno di una totale incapacità di governo e di
confronto. Un’inerzia miope, quella della Regione verso la medicina
generale territoriale, che non solo rende più fragile il sistema
sanitario, ma alimenta la mobilità passiva, la rinuncia alle cure e un
pericoloso scollamento tra cittadini e sanità pubblica. E le conseguenze
ricadono su chi ha più bisogno: gli anziani, i malati cronici, le
famiglie dei piccoli centri.
Chiederemo alla Regione di attivare con urgenza il rinnovo dell’Accordo
Integrativo Regionale con i medici di medicina generale; di avviare
incentivi reali per i professionisti che operano nelle aree interne; di
rilanciare e rendere operative le Case della Comunità e le AFT
(Aggregazioni Funzionali Territoriali) come più volte l’esecutivo si è
detto pronto a fare; garantire un coordinamento funzionale e
organizzativo tra medici, infermieri di comunità e strutture sanitarie
locali; stabilizzare i medici del 118 e ripristinare le indennità
sospese, perché l’emergenza non può essere sacrificata a logiche
contabili; valorizzare la medicina generale come primo presidio per la
tutela della salute e per la presa in carico dei pazienti fragili.
Non possiamo più accettare una sanità regionale che non guarda le
persone. Bisogna ascoltare chi ogni giorno lavora sul campo e dare
risposte ai cittadini. Al Governo regionale chiederemo un’assunzione di
responsabilità piena e immediata, come pieno e immediato è il servizio
di questa particolare trincea della sanità regionale”.