31 Maggio 2025 - 10:01:50

di Redazione

Scade oggi il contratto del manager della Asl n°1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila Ferdinando Romano che ieri, nel corso della giornata, ha nominato Carmine Viola nuovo direttore sanitario facente funzioni.

Viola sostituirà Alfonso Mascitelli, scomparso improvvisamente nei giorni scorsi.

Intanto, il clima dentro e fuori l’azienda sanitaria aquilana si fa sempre più incandescente, con sindacati e politica che premono per mettere riparo alla vacatio al vertice della Asl con la scadenza di Romano e il prossimo pensionamento del direttore amministrativo Stefano Di Rocco da una parte, e la bocciatura del bilancio di esercizio 2024 per la Asl provinciale dall’altra, arrivata come tegola in un momento già delicatissimo.

E proprio sul bilanci, la direzione strategica della Asl puntualizza che «ha sempre operato in modo trasparente nell’interesse dell’azienda e dei cittadini. Anche riguardo al bilancio d’esercizio, quanto indicato rappresenta fedelmente, con veridicità e correttezza, la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Asl Avezzano-Sulmona-L’ Aquila».

In merito alle criticità rilevate sulla continuità aziendale, aggiunge l’azienda in una nota, «non sono stati rappresentati elementi idonei e appropriati per dimostrare una significativa incertezza sulla capacità dell’Azienda di continuare ad operare come un’entità in funzionamento, così come non sono rilevabili eventi o circostanze tali da ripercuotersi sulla veridicità e sulla correttezza del bilancio nel suo complesso o da condizionarne il normale funzionamento».

In merito al Fondo rischi, «ridotto di oltre 2,5 milioni di euro rispetto al 2023, senza un’adeguata spiegazione nella nota integrativa», si precisa che è stato iscritto in bilancio in pedissequa applicazione di quanto previsto dalle linee guida regionali, dal regolamento aziendale e dai principi contabili, come ampiamento dimostrato e documentato nel riscontro al verbale del collegio sindacale. 

Riguardo a un ulteriore punto critico segnalato, ossia «6,8 milioni di euro iscritti come ricavi per penali derivanti da presunti inadempimenti contrattuali delle società Dussmann e Se.Ma. Un’operazione ritenuta rischiosa, poiché i crediti non sono stati riconosciuti dalle controparti e quindi risultano difficili da incassare», la Asl chiarisce che «le penali in questione sono state applicate, per le società interessate, come disposto dalle clausole contrattuali della Convenzione Consip. Inoltre, i crediti e i corrispondenti ricavi sono stati rilevati e iscritti in bilancio, anche in tal caso, nel rispetto delle norme del Codice civile e dei principi contabili senza alcuna necessità che gli stessi debbano essere riconosciuti dalle controparti come, anche in questo caso specificatamente detto nelle clausole contrattuali della Convezione Consip».

«Tale corretto comportamento adottato dalla direzione strategica dell’Azienda è stato inoltre rappresentato e ampiamente condiviso in diverse sedi istituzionali, tra cui Regione e Comuni – precisa – Infine, per quanto riguarda le segnalate ‘incertezze anche sulla reale esigibilità dell’intero portafoglio crediti, cresciuto in un solo anno da 350 a 395 milioni di euro (+45 milioni), ma senza che l’azienda abbia fornito documentazione sufficiente’ dal bilancio d’esercizio e la nota integrativa si evidenzia che la quasi totalità di essi (circa l’80 per cento della variazione) si riferisce a ‘crediti verso la Regione le cui prospettive di incasso sono assolutamente certe».

In conclusione, il bilancio dell’esercizio 2024 «risulta assolutamente veritiero e corretto, e redatto nel pieno rispetto delle norme del Codice civile e dei principi contabili e tutto quanto sopra è stato rappresentato e documentato al Collegio Sindacale, che, siamo certi, terrà in debita considerazione le controdeduzioni prodotte da questa Azienda».

Circa la vacatio ai vertici dell’azienda, Uil Fpl e la Cisl Fp, in una nota a firma di Antonio Ginnetti e Vincenzo Mennucci hanno richiamato alla responsabilità la politica chiedendo una proroga per Romano.

Nella giornata di ieri, inoltre, è intervenuto anche il consigliere regionale Dem Pierpaolo Pietrucci che, parlando di una Asl senza vertici, ha sottolineato come l’azienda «sia ormai nel caos con ritardi e giochi di potere che generano confusione e incertezza e si scaricano su tutto il personale e di conseguenza sugli utenti».

Cgil e Fp Cgil L’Aquila: «Chiediamo programmazione e discontinuità»

«Oggi è l’ultimo giorno dell’incarico del prof. Ferdinando Romano in qualità di Direttore Generale della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila a seguito della proroga disposta un anno fa dalla Giunta Regionale».

Così, in una nota, il segretario della Cgil dell’Aquila Francesco Marrelli e Anthony Pasqualone, Fp Cgil Provincia dell’Aquila.

«E’ inammissibile arrivare all’ultimo giorno utile senza aver predisposto i necessari atti per l’individuazione della governance della Azienda più grande del nostro territorio. Ciò conferma l’inadeguatezza della politica regionale in tema di programmazione della Sanità Pubblica.

Un contesto caratterizzato da un disavanzo di bilancio che rischia di compromettere la continuità assistenziale, dal continuo prolungamento delle liste di attesa, dalla carenza di farmaci e dispositivi, dalla continua desertificazione sanitaria di intere aree della nostra provincia, dalla cronica carenza di personale, dalla contrazione del numero dei medici dei nuclei di cure primarie così come dalla carenza di medici e pediatri di libera scelta, necessita di una maggiore attenzione per programmare e gestire la sanità pubblica dedicata ai bisogni sanitari della nostra comunità.

In questi anni, invece, abbiamo assistito esclusivamente ad una particolare attenzione posta dal prof. F. Romano ai conti di Bilancio anziché al soddisfacimento dei bisogni di assistenza sanitaria.

Tale atteggiamento, però, ha comportato un peggioramento delle condizioni economico finanziarie – tant’è vero che la Regione Abruzzo è intervenuta con l’aumento dell’addizionale IRPEF nei confronti di cittadine e cittadini – e, nel contempo, ha generato una continua contrazione dei servizi erogati ed un peggioramento delle condizioni di lavoro.

Tutte scelte, queste, assunte in maniera unilaterale dal prof. Romano in totale assenza di confronto con le parti sociali e con le comunità ed i suoi rappresentati, negando, di fatto, la partecipazione alle decisioni di pubblico interesse. A conferma di ciò ricordiamo, per esempio, l’individuazione delle Case di Comunità all’interno degli Ospedali della Provincia, mortificando il principio della sanità di prossimità, il non aver mai affrontato il complesso tema del sistema degli appalti, se non relativamente al taglio lineare dei costi, che rischia oggi di generare una importante perdita occupazionale così come è avvenuto rispetto al
mancato utilizzo e scorrimento delle graduatorie esistenti.

Addirittura, nell’ultimo bilancio di esercizio lo stesso Collegio sindacale, contesta l’operato del management aziendale, esprimendo un parere contrario al documento contabile; per quest’ultimo evento viene quindi spontaneo domandarsi qual è stato il previsto parere del Comitato ristretto dei Sindaci in merito, essendo questa una delle attività di competenza dello stesso Comitato.

Chiediamo, quindi, maggiore attenzione al fine di garantire il diritto costituzionale alla Salute per una Provincia che rappresenta il 50% dell’intero territorio regionale, con 73 punti di erogazione sanitaria, bassa densità di popolazione, carenza di infrastrutture e collegamenti necessari in una realtà particolarmente disagiata per le sue caratteristiche orografiche, avente tre presidi Ospedalieri di I livello, un Ospedale di area Disagiata, un inesorabile aumento della popolazione anziana e fragile e di conseguenza un’alta incidenza di patologie croniche.

Tale drammatica analisi del contesto della Sanità pubblica provinciale, evidenzia la necessità non più rinviabile di discontinuità gestionale e programmatoria.

Alle comunità che rappresentiamo, poco interessa il “toto-nomi” per l’individuazione della figura di Direttore Generale della ASL 1, ma ciò che sta a cuore alle cittadine e ai cittadini è l’individuazione di una figura che sia garante del diritto alla Salute, che risponda ai bisogni della comunità indipendentemente dall’appartenenza a correnti politiche o di partito. In conclusione chiediamo, una seria programmazione, una necessaria discontinuità con il passato, competenze, capacità di ascolto e di intervenmto sui bisogni sanitari insoddisfatti».

Taglieri (M5S): «Ennesima bocciatura dal tavolo interministeriale»

«L’ennesima bocciatura da parte del Tavolo interministeriale di monitoraggio sulla sanità segna un punto di non ritorno per l’Abruzzo. Questa volta i tecnici non solo hanno respinto il piano di rientro della Regione, ma hanno lanciato un ultimatum che pesa come un macigno: o si copre il disavanzo 2025, stimato oltre i 100 milioni di euro, con nuove misure concrete e strutturali entro luglio, oppure scatteranno il commissariamento e la super aliquota IRPEF imposta dallo Stato. Non è più un’ipotesi. È il destino che ci aspetta se la Giunta Marsilio continua a non vedere il disastro che ha provocato». A dirlo è Francesco Taglieri, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

«Il centrodestra ha trascinato la sanità pubblica abruzzese al collasso – aggiunge Taglieri – Un fallimento certificato da numeri, relazioni ufficiali e oggi anche da un giudizio tecnico durissimo da parte dei ministeri della Salute e dell’Economia. Il debito continua a crescere e i provvedimenti messi in campo finora – aumenti dell’IRPEF, blocco del turnover, tagli lineari ai servizi – non hanno portato alcun risultato strutturale. Hanno solo peggiorato la situazione dei cittadini, che pagano di più e ricevono di meno».

Taglieri sottolinea come il giudizio del Tavolo non sia solo tecnico, ma politico: «Non lo dice l’opposizione. Lo dice il Ministero della Salute guidato dallo stesso partito del presidente Marsilio, Fratelli d’Italia. La Regione è priva di un vero piano operativo sanitario, promesso da anni e mai presentato. Manca una visione, manca una riforma. E nel frattempo decine di migliaia di abruzzesi rinunciano a curarsi, emigrano verso altre regioni, affrontano liste d’attesa infinite o si rivolgono al privato. Tutto questo ha un solo responsabile: il centrodestra che ha governato con superficialità e arroganza».  

Il Movimento 5 Stelle da tempo denuncia anche le responsabilità gestionali delle aziende sanitarie. «Nonostante i richiami e le inadempienze evidenziate dallo stesso Tavolo interministeriale, Marsilio ha scelto di difendere a spada tratta i direttori generali delle ASL, premiandoli con compensi più alti e nessuna reale valutazione. Mentre Roma li indica tra i principali responsabili dello sfacelo, qui si fa finta di nulla. È un atteggiamento inaccettabile, che dimostra ancora una volta la totale disconnessione di questa Giunta dalla realtà».

Infine, Taglieri lancia un appello: «Il rischio è concreto: se non si interviene subito con misure vere e strutturali, l’Abruzzo perderà il governo della propria sanità. Il commissariamento comporterebbe un’ulteriore penalizzazione dei cittadini e l’applicazione automatica della super aliquota IRPEF, che significherebbe altre tasse per tutti, senza miglioramenti nei servizi. Non lo permetteremo. È tempo che Marsilio e la sua maggioranza si assumano la piena responsabilità politica di questo disastro e lascino spazio a chi ha a cuore davvero il futuro della sanità pubblica abruzzese».