03 Giugno 2025 - 14:16:58

di Tommaso Cotellessa

L’Italia ha vinto il ricorso contro il risarcimento da 190 milioni di euro che in un primo tempo era stato assegnato alla società petrolifera Rockhopper a causa della bocciatura del progetto fossile “Ombrina mare” al largo delle coste abruzzesi.


Il progetto, che prevedeva l’estrazione di petrolio a pochi chilometri dalla costa dei Trabocchi, era stato archiviato a seguito di una mobilitazione senza precedenti, con manifestazioni da decine di migliaia di persone nel 2013 e nel 2015.

Lo rende noto il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.

Dopo lo stop al progetto, ricordano gli ambientalisti, la società aveva fatto ricorso ad un arbitrato internazionale in quanto riteneva violato il Trattato dell’Energia, da cui pure l’Italia era uscita qualche anno prima.

Questo primo arbitrato aveva visto l’Italia condannata a pagare 190 milioni di euro più interessi alla società. Presentato il ricorso utilizzando il Trattato Internazionale per il Regolamento delle Controversie relative agli Investimenti (Icsid), ora, secondo quanto riportato dalla stessa Rockhopper, è arrivato l’annullamento del risarcimento.

«La questione del risarcimento da 190 milioni di euro – afferma Augusto De Sanctis del Forum H2O – aveva avuto una vasta eco in Italia dove, invece di contestare le folli clausole capestro contenute nel Trattato dell’Energia improvvidamente firmato a metà anni ’90 dai nostri governanti, era stata montata ad arte una feroce critica alla sacrosanta protesta anti-trivelle del popolo abruzzese. Avevamo ragione allora a contestare sia la deriva fossile, in piena epoca di crisi climatica, sia il trattato dell’Energia, da cui poi si è ritirata pure la Ue. Il clima non lo si difende a chiacchiere o addirittura scavando nuovi pozzi di petrolio per giunta in un mare chiuso come l’Adriatico; serve invece abbandonare subito tutte le fossili».

A commentare la notizia anche Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, il quale ha accolto con gioia quella che definisce come «la sconfitta della società petrolifera Rockhopper».

«Rivendico con orgoglio che siamo riusciti a fermare il devastante progetto di una gigantesca raffineria galleggiante Ombrina 2 davanti al Parco della Costa Teatina solo grazie a un meravigliosa mobilitazione popolare NoOmbrina che ha costretto tutte le forze politiche nazionali a dire no».

Ripercorrendo le proteste organizzate nel corso degli anni Acerbo ricorda le manifestazioni «a Pescara con 40.000 persone e a Lanciano con 70.000 che diedero voce al no alla petrolizzazione di un tratto di costa e di un territorio di eccezionale valore naturalistico e paesaggistico e con un distretto vitivinicolo di rilevanza internazionale».

«Rivendico – prosegue il segretario – che contestammo l’allora presidente del consiglio Renzi con lanci di uova a L’Aquila e lo costringemmo alla fuga, rivendico che l’allora giunta regionale di destra fu sotto costante pressione ecologista e popolare. Vorrei abbracciare tutte le persone con cui abbiamo condiviso una lunga lotta ecologista e comunitaria in difesa dei beni comuni, del nostro mare e della nostra terra, dall’irresponsabilità politica e dal saccheggio di un capitalismo predatorio. La lotta contro il progetto Ombrina 2 – come quella contro la Sangrochimica negli anni ’70 – ha dimostrato che il popolo unito può vincere». La nota di Acerbo si conclude invitando ad un’analoga mobilitazione di massa in vista dei referendum dell’8 e del 9 giungo.