04 Giugno 2025 - 16:17:00

di Martina Colabianchi

Nei giorni immediatamente successivi al ritrovamento di due cuccioli di orso marsicano annegati nell’invaso di Scanno, a Colle Rotondo, il personale e i volontari di Salviamo l’Orso e Rewilding Apennines hanno effettuato una serie di sopralluoghi su infrastrutture analoghe a servizio di impianti di innevamento artificiale ma non solo.

Ebbene, le situazioni rilevate hanno tutte confermato la pericolosità degli invasi e la mancanza di misure di sicurezza adeguate a prevenire il ripetersi di episodi come quello avvenuto a Scanno. Infatti, mentre in alcuni dei luoghi la recinzione esistente serve ad evitare che le persone non autorizzate si avvicinino ai bordi del bacino, in tutti i casi e senza eccezione l’altezza e la conformazione delle recinzioni, quando esistenti e non ammalorate, risultano totalmente inefficaci per il contenimento della fauna selvatica o degli animali domestici.

Nello specifico, i sopralluoghi hanno riguardato i laghetti artificiali che ricadono nel territorio del Parco Naturale Regionale Sirente Velino e servono gli impianti di innevamento artificiale dei bacini sciistici di Ovindoli e Campo Felice, quest’ultimo nel Comune di Rocca di Cambio, mentre quelli di Pescina, Tornimparte e Rocca di Botte sono degli invasi destinati all’approvvigionamento idrico per fini agricoli e zootecnici. Inoltre, abbiamo ispezionato anche i due invasi in località Pizzalto a Rivisondoli, dove sono state rinvenute le carcasse galleggianti di due gatti domestici e di un mustelide non identificato.

Il quadro della situazione fatto dalle due associazioni è, quindi, estremamente preoccupante e non esclude affatto il ripetersi di tragedie come quelle avvenute recentemente a Scanno o nella vasca delle Fossette a Balsorano, dove nel 2010 e nel 2018 sono annegati complessivamente cinque orsi in due episodi diversi. E non solo animali: Salviamo l’Orso e Rewilding Apennines ricordano anche il drammatico incidente avvenuto a Bugnara nel 2004, quando un bambino di 7 anni è annegato in un bacino del Consorzio di bonifica.

Le due associazioni comunicano, alla luce di quanto emerso, di aver inviato a tutti gli enti interessati la relazione scaturita dai sopralluoghi con indicazioni chiare e dettagliate delle misure che andrebbero implementate a partire dalle recinzioni di cui sono state illustrate le necessarie specifiche tecniche. Il rapporto è stato condiviso anche con tutte le competenti Stazioni dei Carabinieri Forestali, nonché con il comitato VIA della Regione Abruzzo.

Il permanere dei rischi per la sicurezza legati alla presenza di invasi e vasche pericolose saranno oggetto della prossima riunione dell’Autorità di gestione del PATOM in programma al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il prossimo 10 giugno. In quell’occasione, Salviamo l’Orso presenterà la relazione stilata a seguito dell’indagine effettuata congiuntamente con Rewilding Apennines sugli invasi e sulle misure di sicurezza da implementare con urgenza.

«Gli Enti e i Comuni interessati sono avvertiti e non possono più far finta di niente, – scrivono – pena la loro diretta e incontrovertibile responsabilità nel caso di un nuovo incidente. Le associazioni ci tengono a sottolineare che, laddove la Pubblica Amministrazione – o chi di competenza – le ha messe nelle condizioni di lavorare, hanno autonomamente provveduto alla messa in sicurezza di 27 vasche e pozzi abbandonati. Condizioni che, com’è noto, non si sono verificate nel caso del laghetto di innevamento artificiale di Scanno».