04 Giugno 2025 - 10:46:37
di Marco Giancarli
Non migliora il gradimento del governatore abruzzese Marco Marsilio, stabile al 35%, nell’ultimo sondaggio di Swg sull’indice dell’appeal dei presidenti di regione.
Marsilio, che è nel terzetto di coda, è in buona compagnia con il penultimo Francesco Rocca (FdI, Lazio) al 31% ma in crescita del 2% e con l’ultimo, a distanza, Renato Schifani: il governatore FI della Sicilia che si attesta al 25%, in calo del 2%.
Non è dunque un quadro roseo quello descritto che, invece, sorride a Luca Zaia presidente del Veneto che risulta essere il governatore italiano più gradito, seguito da Massimiliano Fedriga del Friuli-Venezia Giulia. I due leghisti, seguiti dalla new entry dell’Umbria Stefania Proietti, confermano tra marzo e maggio 2025 i risultati del 2024.
Terza è, appunto, Proietti – prima governatrice del centrosinistra di questa classifica – con il 53%.
Al quarto posto troviamo il forzista Roberto Occhiuto, presidente della regione Calabria, al 52% ma in sensibile crescita (+6%) rispetto al 2024. Quinto è Vincenzo De Luca, governatore Pd della Campania che, sebbene ottenga lo stesso risultato di Occhiuto, 52%, è in calo di 4 punti rispetto allo scorso anno.
Tra i primi cinque governatori, dunque, ce ne sono tre – Zaia, De Luca e Fedriga – che sono già al secondo mandato e che quindi, a regole vigenti, non potranno ricandidarsi.
Proseguendo la graduatoria, al sesto posto c’è Eugenio Giani, governatore Dem della Toscana, con il 47% (+6% rispetto al 2024).
Il neo-eletto Michele de Pascale presidente dell’Emilia-Romagna targato Pd, ottiene il 45%; segue Alberto Cirio, governatore del Piemonte in quota Forza Italia, con il 42% (-3%). La Basilicata del forzista Vito Bardi dimostra un gradimento al 39% (-4%) come così come la Liguria dell’esponente della coalizione di centrodestra Marco Bucci.
Al 37% la presidente della Sardegna Alessandra Todde, esponente del M5s, e sempre al 37% anche il gradimento del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, quota Fdi, che però sale di un punto.
In fondo alla lista troviamo Attilio Fontana, il governatore leghista della Lombardia con il 35% del gradimento e una diminuzione del 3%, lo stesso valore per il democratico Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che però registra un calo del 4%.
Marinelli (Pd): «Fotografia chiara del fallimento di quasi 7 anni di governo della destra»
«Il terzultimo posto di Marsilio nel sondaggio SWG sul gradimento dei governatori, con appena il 35% di consenso, non è una sorpresa: è l’esatta fotografia di sette anni di fallimenti, uno dopo l’altro, sotto la guida di Marco Marsilio e della destra», così il segretario regionale del Partito Democratico, Daniele Marinelli, commenta i risultati dell’ultima rilevazione pubblicata oggi sul gradimento dei presidenti di Regione.
«Il dato parla da solo: Marsilio è stabilmente in fondo alle classifiche, perché il suo governo regionale è stato incapace di affrontare i nodi centrali della vita degli abruzzesi, contrariamente ad altri presidenti di Regione, alcuni di questi anche della sua stessa parte politica – fa notare Marinelli – che sono invece in vetta alle preferenze delle rispettive comunità. Noi purtroppo conosciamo la peggiore destra: la più ideologica e la più incapace. Da noi è tutta una trincea, a partire dalla sanità, un settore in cui non solo il deficit è cresciuto al punto da rendere necessario l’aumento delle tasse, fatto passare dal Governo regionale come una soluzione obbligata, più che la conseguenza della mancanza di governance, ma che, come avevamo previsto, non basterà, il buco del 2025 sarà persino peggiore e crescerà ancora riportando la regione verso un probabile nuovo commissariamento, oltre che verso nuove tasse. Non solo ha fallito nella gestione economico-finanziaria, ma ha anche affossato il diritto alla salute di decine di migliaia di cittadini e cittadine che o non possono curarsi, oppure, addirittura, rinunciano perché non in grado di pagare».
«L’Abruzzo è oggi una Regione ferma, che non spende le risorse europee, che non porta avanti opere e infrastrutture per crescere, spaccata tra promesse non mantenute e territori dimenticati. Zero sviluppo economico, nessuna politica industriale efficace, nessuna strategia occupazionale, solo slogan. Intanto, cresce la crisi sociale: giovani costretti ad andare via, lavoratori e lavoratrici abbandonati, famiglie senza un welfare di prossimità, anziani e cittadini delle aree interne tagliati fuori dai servizi più essenziali. Quella percentuale del 35% – conclude Marinelli – racconta di un governo sempre più lontano dalla realtà, incapace di costruire soluzioni concrete e di garantire diritti fondamentali: allo studio, a una mobilità efficiente, al lavoro, alla cura. È tempo che la politica torni ad ascoltare e a cambiare davvero le cose».