Vivarelli: "Sondaggio in chat, ma che gioco stanno giocando sui precari asl?"

04 Giugno 2025 - 12:38:05

“Mi sorprende, ma mi fa piacere, vedere che si muove qualcosa. Se anche
un sondaggio in chat può servire ad accelerare le soluzioni, ben venga.
L’importante è che si agisca davvero per salvare i 150 precari di
cooperativa che lavorano da anni per la Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila
e che oggi rischiano la disoccupazione. Evitando di prenderli in giro di
nuovo e sperando che non si lascino prendere in giro ancora una volta”.

Lo dichiara Marcello Vivarelli, segretario regionale Fesica-Confsal
Abruzzo, commentando la recente iniziativa di un sondaggio non anonimo
tra i lavoratori, finalizzato a trasmettere un elenco nominativo al
sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

Sullo sfondo, il concorso per 53 posti da assistente amministrativo,
bandito dalla Asl 1, la cui prova orale si è conclusa il 12 maggio
scorso e per il quale è attesa a breve la graduatoria ufficiale

Secondo le stime sul fabbisogno aziendale, i posti potrebbero salire
fino a circa 120.

Tuttavia, come sottolinea Vivarelli, “Nessuno dei precari è al sicuro,
nemmeno quelli risultati idonei”.

“Detto ciò, ci tengo a dire che certe richieste, come quella di
segnalare chi resterebbe fuori dalle possibilità di concorso,
emendamento o avvisi pubblici, vanno fatte in altro modo – con
trasparenza, rispetto della privacy e soprattutto spiegando bene i
termini. Non si può parlare di ‘emendamento’ senza chiarire cosa
preveda, a chi si applichi, quali garanzie offra”, spiega Vivarelli.

“È curioso poi che si senta oggi il bisogno di contare i lavoratori uno
per uno – quando i numeri sono noti: un’ottantina circa sono stati
esclusi dopo la prima prova concorsuale, una trentina circa non hanno
partecipato. I conti si fanno in fretta. Ma anche gli idonei, va detto
chiaramente, non hanno certezze. Non servono altri elenchi, servono
soluzioni. Inclusive, rapide, efficaci”, aggiunge il sindacalista.

L’esponente Fesica-Confsal torna infine a sollevare dubbi sulle scelte
politiche: “È evidente che la strada di una società in house, come ad
esempio quella consortile adottata in Piemonte tra più Asl, non piace
alla politica regionale e locale. Si preferiscono percorsi più tortuosi,
farraginosi e lunghi, forse più gestibili da chi decide, ma molto meno
chiari per i lavoratori”.

“Mi auguro che si arrivi davvero a una soluzione e che si evitino avvisi
pubblici per altre figure non amministrative, che rischiano di produrre
il solito caso di figli e figliastri. Serve equità, non confusione”,
conclude Vivarelli.