04 Giugno 2025 - 12:06:44

di Tommaso Cotellessa

Carenza di assistenza e scarsità di servizi: è questa la fotografia allarmante scattata dalla CGIL dell’Aquila in merito alla situazione sanitaria nell’area dell’Alto Sangro, dove il servizio del 118 continua a essere garantito unicamente da un infermiere e da un autista, senza la presenza del medico a bordo dell’ambulanza.

Il tema, al centro della mobilitazione del sindacato, è stato discusso nel corso di una riunione urgente della Quinta Commissione della Regione Abruzzo. Al confronto hanno partecipato il Direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale Pierluigi Cosenza, i sindaci dei Comuni di Pescasseroli, Opi, Scanno, Villetta Barrea e Civitella Alfedena, insieme alla CGIL, al comitato “Ponte del Giovenco” e all’Osservatorio Sanità in Alto Sangro.

Nonostante la gravità della situazione, dalla seduta non è emersa alcuna decisione concreta. Una stasi che preoccupa profondamente il sindacato, che ha ricordato come questa condizione di emergenza si protragga ormai da oltre tre anni, lasciando i territori interni in una condizione di crescente precarietà sanitaria.

La CGIL ha ribadito come la carenza di personale medico rappresenti una criticità non solo per i residenti, ma anche per i numerosi turisti che affollano l’Alto Sangro soprattutto nei mesi estivi. Una situazione inaccettabile, considerando che il territorio rientra nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e presenta particolari complessità legate alla viabilità, alla distanza dai presidi ospedalieri e all’afflusso stagionale.

Secondo quanto previsto dalla DGR n. 589 del 18 settembre 2023, che ha approvato il documento “Sistema di Emergenza 118 – Nuovo assetto delle postazioni territoriali”, le postazioni dovrebbero essere distribuite tenendo conto proprio di tali fattori: condizioni orografiche, vie di comunicazione, tempi di percorrenza, distanza dai pronto soccorso e flussi turistici. Alla luce di questi criteri, l’Alto Sangro dovrebbe disporre non solo di un’ambulanza medicalizzata, ma anche di un potenziamento del sistema di emergenza.

Eppure, denuncia la CGIL, «ciò resta solo sulla carta». Anche per il mese di giugno, infatti, il territorio sarà privo del medico del 118 e della guardia medica turistica. Una situazione che contribuisce alla progressiva desertificazione sanitaria delle aree interne.

«È ora di intervenire seriamente», conclude la CGIL, annunciando che continuerà la propria mobilitazione per ottenere il ripristino dei requisiti minimi previsti dalla stessa Regione, a partire dalla riattivazione della guardia medica turistica e da un sistema di emergenza che garantisca assistenza equa, pronta ed efficace per tutti