09 Giugno 2025 - 17:04:16
di Tommaso Cotellessa
Niente da fare per i cinque quesiti referendari protagonisti dell’appuntamento elettorale del 8 e 9 di giungo.
Alla chiusura delle urne, fissata alle ore 15, l’affluenza a livello nazionale si attesta attorno al 30%, ben lontana dalla soglia del 50% necessaria per rendere valide le votazioni.
Il dato dell’affluenza si presenta pressoché omogeneo lungo la penisola, oscillando fra il 23,11% della Sicilia e il 38,09% dell’Emilia-Romagna.
Per l’Abruzzo la percentuale è del 29,76%, con la provincia di Chieti al primo posto con il 31,79% di votanti attivi e ultima la provincia dell’Aquila ferma al 27,27%.
Entrando nel merito dello scrutinio, sebbene i risultati non abbiano valore, tanto sul territorio nazionale quanto su quello nazionale gli elettori recatisi alle urne hanno espresso un parere favorevole per tutti e cinque i quesiti, con percentuali che si aggirano fra l’86 e l’88% per i quattro quesiti legati al mondo del lavoro, mentre per il tema della cittadinanza la percentuale dei favorevoli si aggira attorno al 64%.
Questi i numeri che designano la fine senza gloria dei quattro quesiti relativi al mondo del lavoro, con i quali si interveniva su licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti; indennità per licenziamenti nelle piccole imprese; contratti a termine; responsabilità solidale negli appalti, ed un quesito relativo invece al tema della cittadinanza, con il quale si proponeva di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri extracomunitari maggiorenni per poter richiedere la cittadinanza italiana .
Le reazioni in Abruzzo
A commentare l’esito dell’appuntamento referendario è Segretario Regionale Sinistra Italiana Abruzzo, Daniele Licheri, il quale mette in evidenza che un’affluenza attorno al 30% vuol dire che si sono recate alle urne più o meno 14 milioni di persone. Questo numero viene posto, dal segretario, affianco ai 12,3 milioni di voti circa con cui il centrodestra, nel settembre 2022, vinse le elezioni.
A fronte di ciò per Licheri «Il mancato quorum non è il fallimento della sinistra ma un’occasione persa per milioni di italiani di avere più diritti, abbiamo perso una battaglia ma abbiamo riacceso una speranza.
Sono convinto, come ho detto nell’ultimo giorno della campagna elettorale a Pescara che, dopo tanti anni, essersi ripresi le piazze di tutti i comuni del nostro paese, anche quelli dell’interno e delle aree montane rimettendo al centro il lavoro, è stata una vittoria culturale e un grande punto da cui ricominciare»
L’esponente di Sinistra Italiana ha poi rivolto un sentito ringraziamento al segretario della Cgil Abruzzo e Molise Carmine Ranieri e a tutti gli esponenti del sindacato che si sono dati da fare con impegno e dedizione, assieme all’Arci Abruzzo e a tanti volontari.
«Questo è solo l’inizio, noi restiamo al vostro fianco» – così conclude Licheri.
Di tutt’altro genere è invece il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia.
«Il referendum promosso dalla sinistra si è rivelato un fallimento totale, un segnale chiaro della distanza ormai siderale tra le loro battaglie ideologiche e la realtà del Paese – afferma il capogruppo – Se il loro obiettivo era dare un messaggio al Governo, avrebbero potuto evitare di far spendere milioni di euro ai cittadini per un’iniziativa che fin dall’inizio appariva priva di sostanza e destinata a naufragare. La sinistra ha amministrato per anni questo Paese, con risultati che i cittadini ricordano bene e che oggi li spingono a premiare, invece, il governo Meloni e la sua azione politica concreta. Questo referendum si è trasformato in un’operazione tutta interna alla sinistra, senza alcuna incidenza reale sul panorama istituzionale, dimostrando l’assoluta inconsistenza della loro proposta. E la sinistra abruzzese, che spesso critica l’utilizzo da parte nostra di fondi per sport, sociale, cultura e sviluppo, cosa dice oggi dello sperpero di risorse per un referendum inutile? Non è forse questa una scelta di totale irresponsabilità, uno spreco di denaro pubblico senza alcun beneficio per i cittadini? Fratelli d’Italia continua a lavorare per risposte concrete e investimenti mirati, mentre la sinistra si avvita su se stessa in operazioni fallimentari che non hanno alcuna credibilità. Il Paese ha parlato chiaramente e il risultato di questo referendum certifica la loro crisi politica». così conclude il consigliere.
«Ci ho messo la faccia, l’anima e il cuore» queste le parole del consigliere regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci, il quale rivendica il risultato soprattutto «per quei tantissimi giovani che sono andati a votare» e per le persone che ha mobilitato personalmente.
Il consigliere ha puntato il dito contro la crescente precarietà che colpisce le nuove generazioni, «che in Italia vivono una condizione che non ha paragoni in Europa», aggravata da «una crisi del lavoro senza precedenti», dove aumentano «le morti, lo sfruttamento e la precarietà sul lavoro» mentre «i salari restano da anni inchiodati». Per Pietrucci, la vera vittoria è la partecipazione: «Portare a votare 15 milioni di persone, in un weekend estivo, con scuole chiuse e media silenti, è un fatto politico straordinario che merita di essere rivendicato con fierezza e orgoglio». Un dato che, pur non bastando per cambiare le leggi, rappresenta «un punto di partenza» per rimettere al centro del dibattito «la sicurezza sul lavoro, la riduzione della precarietà e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori». Il consigliere, inoltre, invita a «proseguire con impegno maggiore e mobilitazione» e critica duramente le reazioni della destra e dei “leoni da tastiera”: «La politica è una cosa seria e complessa che merita ben altro approccio». Conclude affermando: «La strada tracciata da questo referendum è quella giusta. Lo dobbiamo ai giovani, a chi è costretto a scappare dall’Italia, e a chi ha bisogno di lavorare per vivere».