10 Giugno 2025 - 09:52:32
di Redazione
«Quando milioni di italiane e italiani si recano alle urne, meritano rispetto e ascolto. Mentre invece abbiamo al governo delle forze politiche che prima invitano ad astenersi dal voto e poi deridono quelli che hanno deciso di esercitare questo loro diritto».
Il senatore abruzzese del Partito Democratico Michele Fina commenta così il risultato del referendum dell’8 e 9 giugno. A rispondere ai 5 quesiti su lavoro e cittadinanza solo il 30% degli italiani, soglie ben lontana dal necessario 50%.
«Certo l’esito referendario è chiaro: anche se tra coloro che hanno votato ha prevalso nettamente il “sì”, le regole ci dicono che per essere valido un referendum deve superare il 50% degli aventi diritto; percentuale di voto che purtroppo ormai è rara in tante consultazioni, della gran parte dei paesi democratici. Certamente, quella dell’astensione cronica è una problematica che deve allarmare e impegnare tutti, ma che non può essere rivendicata come risultato politico da nessuno. D’altro canto in termini assoluti, i numeri sono altrettanto chiari: oltre 14 milioni di cittadini e cittadine hanno deciso di votare, rappresentando così naturalmente un popolo alternativo ai partiti della maggioranza, che è tale anche se ha raccolto alle elezioni politiche un numero di voti significativamente inferiore. Ed è esattamente questo quello che Giorgia Meloni e i suoi sanno, ma che cercano di coprire festeggiando un’inesistente vittoria: c’è un popolo che si è ritrovato in questa giusta battaglia per la dignità del lavoro e per i diritti di cittadinanza. Un popolo che abbiamo visto anche in piazza sabato contro il massacro a Gaza e per la pace, che abbiamo visto battersi per il salario minimo, per la sanità pubblica e contro l’autonomia differenziata. Un popolo in cammino che cresce e che ricostruisce relazioni e alleanze tra partiti, associazioni, comitati, sindacati e tante cittadine e cittadini che possono costruire insieme un’altra idea d’Italia. Ha ragione Elly Schlein: aldilà di ogni tentativo di maldestra strumentalizzazione, vedremo da che parte sta la maggioranza del paese alle prossime elezioni politiche e ancor prima lo vedremo in autunno alle prossime elezioni regionali».
Un ringraziamento «alla Cgil ai comitati, alle associazioni, ai partiti e alle tante cittadine e cittadini, le tantissime ragazze e ragazzi che hanno animato la campagna referendaria in Abruzzo» arriva da Daniele Marinelli, segretario regionale del Pd.
«Sapevamo, per molte ragioni, quanto fosse difficile l’obiettivo del quorum, che è ormai diventato un tema democratico di cui occuparsi. Ma le battaglie non si fanno per tatticismi o per un mero calcolo di convenienza: si fanno se sono battaglie giuste. Per questo, anche in Abruzzo, la comunità del PD ha dimostrato grande determinazione, perché questa era una battaglia giusta. Di contro la destra, di fronte a temi importanti come precarietà, sicurezza sul lavoro, cittadinanza, ha alzato le spalle, prima provando a boicottare il referendum con l’oscuramento televisivo, impedendo una corretta informazione, poi strumentalizzando a proprio vantaggio quella quota di astensione ormai pericolosamente strutturale, sommandola alla propria posizione politica. Era chiaro fin dall’inizio, in questo contesto, che avremmo corso con una zavorra legata alla schiena e con i piedi legati», aggiunge.
«Il mancato raggiungimento del quorum è un dato doloroso, perché i quesiti avrebbero migliorato sensibilmente le norme sul lavoro e sulla cittadinanza, e aumentato i diritti di tante e tanti – aggiunge Marinelli – Ma la destra, che ha dimostrato chiaramente quanto poca considerazione abbia dei diritti delle persone, credo abbia ben poco da festeggiare. Dalla partecipazione al voto emerge un’altra idea del Paese, che di fatto raccoglie consensi numericamente più ampi di quelli conquistati alle elezioni politiche dalla maggioranza di destra che governa oggi l’Italia. È questo il dato politico da cui le forze di opposizione devono ripartire, organizzando una proposta politica che abbia le caratteristiche della concretezza e della sintonia con i temi del lavoro, del contrasto alla precarietà, della lotta per i diritti. C’è comunque un fronte sociale che chiede rappresentanza politica e posizioni coraggiose e a cui bisogna dare risposte che oggi non ha. Voglio ringraziare tutta la comunità del Partito democratico abruzzese: in tantissime e tantissimi si sono messi a disposizione promuovendo un gran numero di iniziative sul territorio e una altrettanto grande mobilitazione, contribuendo al risultato molto significativo di un’affluenza sostanzialmente in linea con quella del Paese, dato non scontato, visto anche il trend recente».
«Se si leggono i dati in controluce, il numero di elettrici ed elettori che si sono recati alle urne è di oltre 302mila persone, un risultato che supera anche qui quello ottenuto dalla destra alle elezioni politiche. L’Abruzzo dunque è sostanzialmente in media con il dato nazionale, il che è una novità positiva. La strada è ancora lunga, ma evidentemente esiste e cresce un fronte sociale che ha detto la sua attraverso il voto e rappresenta istanze che non possono essere trascurate dalle istituzioni. Ed è lo stesso, in massima parte, che chiede una sanità pubblica più forte e una regione più giusta – conclude – Il compito del Partito Democratico, insieme alle altre forze di opposizione, è insistere nella scelta di essere concentrati sui problemi delle persone, segnando in modo ancora più coraggioso il solco che ci divide dalla destra di Meloni e Marsilio e organizzando una proposta politica che sappia interpretare la domanda di alternativa che arriva anche dagli abruzzesi che sono andati a votare e che ringrazio, qualunque fosse la loro opinione, per averlo fatto».
L’onorevole Nazario Pagano, segretario regionale di Forza Italia Abruzzo commenta il referendum affermando come il risultato sia «un messaggio inequivocabile: la sinistra è sempre più lontana dalle reali priorità dei cittadini. L’affluenza alle urne estremamente bassa mostra il fallimento di chi ha tentato di trasformare il voto referendario in uno strumento contro il governo. Come ha giustamente ricordato il nostro segretario Antonio Tajani, il governo esce rafforzato, mentre l’opposizione esce indebolita e delegittimata».
«Per Forza Italia Abruzzo – conclude l’on. Pagano – sono tutti segnali incoraggianti: siamo percepiti come una forza seria, coerente e responsabile. Continueremo a lavorare con determinazione per costruire un’Italia moderna, garantista ed europeista, portando avanti battaglie concrete e ascoltando i territori».