10 Giugno 2025 - 11:11:36
di Martina Colabianchi
“La mattina del 6 aprile il mio lavoro è consistito nel cercare le ragioni dei crolli e delle morti. Più in particolare nel cercare di comprendere se la causa dei crolli e delle morti potesse individuarsi nella sola violenza del terremoto o se ci fosse stato anche il concorso di fattori umani produttivi di responsabilità. Cercando la risposta ho trovato questo libro”.
Così il magistrato aquilano Fabio Picuti racconta, all’interno delle prime pagine, il senso del libro che ha voluto dedicare proprio all’Aquila ferita dal sisma e agli anni successivi, segnati non solo dal dolore di una città in macerie, ma anche dalle numerose inchieste che sono seguite alla scossa del 6 aprile.
“John 3,32“, questo il titolo del libro presentato lo scorso 7 giugno in un luogo simbolo dell’Aquila post-sisma, Casa Onna.
Il corposo volume ripercorre, nelle sue 456 pagine, gli anni successivi al terremoto vissuti in prima persona, insieme agli altri protagonisti della ricerca della verità nelle vicende giudiziarie di quegli anni, segnati dal dolore e dal dramma di una città ferita.
«È il viaggio di questi anni condensato in un libro, in cui si parla di tutti noi – spiega Picuti -. Infatti, uno dei complimenti più belli che mi hanno fatto gli amici che hanno letto il libro è “c’è scritto il tuo nome sulla copertina, ma in realtà questo libro lo abbiamo scritto tutti insieme”. Devo dire che non solo questo è vero, ma è un bellissimo complimento».
«La presentazione a Casa Onna perché questo luogo è quello più adeguato – ha proseguito -. Io, quando ho pubblicato il libro insieme all’amico Alfredo Murgo, non avevamo in mente di fare presentazioni del libro, avevamo solo la speranza che qualcuno lo leggesse. Poi, quando lo ha letto Giustino Parisse, mi ha detto che il libro necessitava di una presentazione e che il luogo più adeguato fosse Casa Onna, e io ho condiviso assolutamente la sua proposta».
Guardandosi indietro e tornando con la mente agli anni trascorsi, il magistrato non cambierebbe nulla, se non la causa di tutto quello che è seguito dopo:
«Se potessi togliere qualcosa, toglierei la scossa del 6 aprile. Tolta quella, cambierebbe tutto in meglio».