11 Giugno 2025 - 12:26:57
di Redazione
«L’università non ha mai rimandato indietro i fondi del San Salvatore. Anzi, alla luce degli aumenti causati da guerra e pandemia, ha presentato una nuova programmazione alla Struttura tecnica di missione, chiedendo ulteriori stanziamenti oltre ai 52 milioni».
Servono, quindi, altri 23 milioni, per ultimare la riqualificazione del San Salvatore che richiede in totale un intervento da 75 milioni.
Lo hanno chiarito il rettore dell’Università dell’Aquila Edoardo Alesse, il direttore generale, Pietro Di Benedetto, e il professor Pierluigi De Berardinis, consigliere del rettore per l’edilizia, alla luce del clima infuocato degli ultimi giorni e dello scontro tra il rettore e i consiglieri comunali di minoranza sulla questione della ricostruzione degli immobili di proprietà dell’Ateneo.
De Berardinis ha ripercorso la vicenda partita nel 2017, anno della delibera Cipe che ha stanziato 150 milioni per la ricostruzione degli edifici di Univaq, 52 dei quali proprio per il San Salvatore. Il bando per il recupero dell’ex ospedale, pubblicato dal Provveditorato alle Opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, stazione appaltante dell’intervento del San Salvatore, «non aveva copertura finanziaria e, peraltro, ci avrebbe restituito un immobile non utilizzabile, intervenendo solo con lavori strutturali – ha spiegato De Berardinis – L’intervento sul San Salvatore è finanziato dal Cipe per 52 milioni, sulla base di una programmazione triennale 2017-2020 e soltanto 4 milioni erano nella disponibilità dell’Ateneo, relativi alla prima annualità. Chiaramente, dal 2017 con la pandemia e la guerra, i costi sono lievitati per cui oggi, solo per il San Salvatore, servono 75 milioni di euro che abbiamo richiesto con una nuova programmazione. Nella disponibilità di questi bandi pubblicati c’erano esclusivamente 3,7 milioni, perché 300 mila euro erano già stati spesi per opere di messa in sicurezza e per alcune parcelle di progettazione. Questi due bandi avevano quindi due problematiche, una relativa alla mancata copertura, un’altra relativa al fatto che non ci venivano consegnati degli stralci funzionali che ci avrebbero permesso un reingresso graduale nella struttura».
Per completare la ricostruzione di tutti gli edifici di Univaq, in base alla nuova riprogrammazione alla luce degli aumenti dei prezzi, serviranno 175 milioni.
«Ai primi di marzo 2025 sono stati pubblicati questi due bandi, non approvati dal Cda di Univaq e a maggio, sulla base delle schede fornite dal Provveditorato, abbiamo presentato una nuova programmazione alla Struttura Tecnica di Missione (Stm) per le annualità 2025-2027 che aggiorna la vecchia e porta a chiedere risorse per chiudere l’intervento del San Salvatore e tutti gli altri interventi. E’ una programmazione che dà delle priorità: la numero uno è il San Salvatore, poi l’edificio di Roio e palazzo Carli e poi a scalare tutti gli altri», hanno chiarito Alesse Di Benedetto e De Berardinis in chiusura.