11 Giugno 2025 - 16:16:25

di Angelo Liberatore

Nel corso di un biennio di sperimentazione, in Abruzzo il memorandum operativo sulla confisca dei beni mobili ed immobili di provenienza illecita ai condannati in via definitiva (quindi con sentenze passate in giudicato) ha permesso di recuperare un totale di 5 milioni di euro. Ora, Procura Generale presso la Corte d’appello dell’Aquila e Comando regionale Abruzzo della Guardia di Finanza sottoscrivono un ampliamento del documento.

«Va fatta una precisazione – dichiara il Procuratore generale Alessandro Mancini il sequestro è lo strumento per bloccare i beni; la confisca interviene quando la sentenza è passata in giudicato e consiste nell’incameramento dei beni da parte dello Stato».

«Questa intesa – prosegue Mancini – trae origine da una positiva esperienza pregressa e da strumenti normativi che ci consentono prima di sequestrare e poi, eventualmente, confiscare beni per valori piuttosto importanti».

«Il tutto – conclude Mancini – riguarda naturalmente sia criminalità comune sia la criminalità organizzata».

Ampliamento temporale (la durata del memorandum passa da due a tre anni) e anche di tipo operativo. Se infatti in fase sperimentale il documento riguardava solo il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria dell’Aquila, ora saranno coinvolti anche tutti gli altri Nuclei presenti in Abruzzo.

«Con questi accorgimenti di carattere tecnico operativo – dice il Comandante regionale Abruzzo della Guardia di Finanza, il Generale di Brigata Fabio Massimo Mendellacontiamo di incrementale in maniera notevole i risultati portati dal memorandum sulla confisca dei beni illeciti».

Il raccordo tra Procura Generale e Fiamme Gialle continuerà ad essere garantito da un tavolo tecnico costituito ad hoc già al momento della prima sottoscrizione del memorandum. Per l’attività di controllo da parte della Guardia di Finanza sarà decisivo l’uso delle banche dati, e pure su questo c’è una importante novità.

«Noi – dichiara il ancora il comandante regionale Mendella – come Fiamme Gialle utilizziamo tantissime banche dati, abbiano una dorsale informatica importantissima, ed il Comando generale ci ha anche consentito di utilizzare la banca dati ‘Molecola’ anche per questo tipo di attività».

«In questa banca dati – spiega il comandante Mendella – inserendo un nominativo viene esploso il mondo a lui circostante. Avremo quindi la possibilità di controllare le possidenze immobiliari del soggetto, i precedenti penali e soprattutto le cointeressenze societarie e le quote societarie». «Potremo anche – conclude il Generale di brigata Mendella – andare a rintracciare quelle persone che, magari, fungono da prestanome ai condannati in via definitiva ed occultano dei beni frutto di attività illecita».