12 Giugno 2025 - 16:22:20
di Martina Colabianchi
Dopo il caso di un cittadino abruzzese, Daniele Pieroni, che ha potuto decidere di ricorrere al suicidio medicalmente assistito in Toscana, dove viveva, si torna a parlare anche in Abruzzo della legge sul fine vita.
La proposta di legge è frutto di una raccolta firme, ne furono consegnate 8.119 a fronte delle 5.000 richieste, promossa dall’associazione Luca Coscioni due anni fa. Circa un anno fa, la proposta arrivò in Consiglio regionale ma si decise di rinviarne l’approvazione, riaprendo le audizioni in Commissione Sanità per ascoltare associazioni, cittadini e portatori di interesse. Ma da allora, nessun passo avanti è stato fatto, mentre si avvicina la scadenza dell’anno supplementare concesso per approfondimenti e confronti fissata al 24 giugno.
La proposta di legge mira a definire tempistiche e procedure certe per i malati in possesso delle condizioni dettate dalla Consulta. In assenza di una legge nazionale e di leggi regionali, la morte volontaria assistita è regolamentata, infatti, dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Marco Cappato/Dj Fabo, che proprio grazie all’impegno di Cappato ha legalizzato l’accesso alla procedura, ma solo a determinate condizioni: bisogna essere pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, affetti da una patologia irreversibile fonte di intollerabili sofferenze e tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale.
A puntare di nuovo un faro sulla legge sono i consiglieri regionali M5S Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini.
«Con l’avvicinarsi della scadenza del 24 giugno – scrivono – chiediamo con forza che il testo venga finalmente discusso e votato in Aula. Non sono più possibili ulteriori ritardi: Regione Abruzzo deve decidere da che parte stare, se dalla parte dei malati o dalla parte delle imposizioni di partito. Ci rivolgiamo al presidente della Quinta Commissione, Paolo Gatti, al presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, e al presidente della Regione, Marco Marsilio: chiediamo che vengano rispettati i tempi e che ciascuno si assuma la responsabilità istituzionale e politica di decidere su questa legge in Consiglio. La dignità e il diritto all’autodeterminazione delle persone non possono essere più tenuti in sospeso».
«Quando il provvedimento arriverà in Aula – continuano i consiglieri M5S – ogni consigliere sarà chiamato a votare in coscienza, mettendo da parte le appartenenze politiche e le logiche di partito. Non ci si lasci condizionare dal fatto che, in Toscana, la legge sul suicidio medicalmente assistito è stata impugnata dal Governo ed è in attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale, perché oggi quella legge è in vigore, tanto che un cittadino abruzzese, Daniele Pieroni, ha potuto esercitare questo diritto proprio in quella regione, segnando il primo caso concreto di applicazione della norma».
«Questo è il punto centrale della questione: ci sono persone che soffrono, in modo irreversibile e insopportabile, e che chiedono di poter scegliere, con lucidità e consapevolezza, di porre fine alla propria esistenza nel rispetto della propria dignità. Regione Abruzzo non può più tergiversare. Deve decidere. Ora. Servono coraggio, umanità e senso di responsabilità per affrontare un tema così delicato, ma fondamentale. La politica – concludono Taglieri e Alessandrini – non può più voltarsi dall’altra parte».