12 Giugno 2025 - 15:40:07

di Martina Colabianchi

Analisi dei fabbisogni di specialistica ambulatoriale su scala regionale, così da garantire livelli essenziali ed uniformi di assistenza sanitaria su tutto il territorio. Cup unico regionale, con offerta complessiva di tutte le prestazioni, sia delle strutture pubbliche, sia di quelle degli erogatori privati accreditati.

Sono solo alcuni dei punti del documento di armonizzazione sul governo delle liste di attesa relative alle prestazioni ambulatoriali, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Salute, Nicoletta Verì.

Un documento che punta ad omogeneizzare le procedure adottate dalle singole Asl, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse a disposizione, migliorando l’efficienza e riducendo criticità e inappropriatezza prescrittiva.

I lavori di redazione dell’atto sono iniziati lo scorso ottobre, all’interno dell’Unità Centrale per la Gestione dell’assistenza sanitaria e delle liste d’attesa, organismo del quale fanno parte il Ruas (che ne è il responsabile), l’assessore, il direttore e alcuni dirigenti e funzionari del Dipartimento Sanità, oltre alle direzioni Asl.

«E’ stato un lavoro complesso – commenta l’assessore – che ha permesso di evidenziare i principali nodi dei processi gestionali, condividendo le soluzioni ritenute più adeguate per superarli. Nel corso del confronto, infatti, è emerso che ciascuna Asl aveva un protocollo operativo che non sempre si interfacciava con quello delle altre aziende, con il risultato di non pieno utilizzo dell’offerta di prestazioni sanitarie sul territorio».

La novità principale riguarda l’offerta, che non sarà più limitata alla singola Asl, ma sarà estesa all’intero territorio regionale: vale a dire che al paziente, in sede di prenotazione Cup, potrà essere proposto di effettuare la prestazione anche in una provincia diversa da quella di residenza, al fine di ridurre i tempi di attesa e ottimizzare l’utilizzo degli slot disponibili. Ogni Asl, naturalmente, definirà quali prestazioni potranno essere proposte “a distanza”, così da evitare disagi all’utenza per quelle a bassa complessità che continueranno ad essere garantite in prossimità del luogo in cui vive. I primi accessi dovranno essere assicurati anche nelle giornate di sabato e domenica.

Tra le altre azioni introdotte ci sono poi una gestione più puntuale delle disdette, che rappresentano un fattore critico non secondario: in alcuni casi, infatti, è stato rilevato che quasi il 50 per cento delle disdette non viene comunicato dai pazienti, lasciando inutilizzati migliaia di slot che non possono essere messi a disposizione degli altri utenti, contribuendo ad allungare inutilmente le liste d’attesa. Il gestore del Cup, in collaborazione con le Asl, dovrà dunque provvedere ad organizzare un servizio di recall e reminding (che potrà essere anche automatico, attraverso sms o mail) per contrastare e ridurre un fenomeno particolarmente deplorevole.

Entro 6 mesi dovrà inoltre essere definito il tempario unico regionale, che conterrà per ogni singola prestazione la tempistica a cui ogni erogatore pubblico o privato accreditato dovrà adeguarsi, al fine della costruzione e programmazione delle proprie agende.

Il documento si occupa anche delle prestazioni per i pazienti inseriti in particolari Pdta (i percorsi diagnostici-terapeutico-assistenziali) ai quali dovranno essere riservati slot specifici che consentano una presa in carico complessiva delle diverse richieste, oltre che delle cosiddette agende di secondo livello (per le prestazioni successive al primo accesso) per le quali vanno trasmessi al Ruas monitoraggi a cadenza trimestrale.

«E’ una sfida ambiziosa – conclude Verì – ma la Regione sta mettendo in campo ogni sforzo possibile, grazie anche agli ingenti investimenti fatti in questi anni sulle infrastrutture telematiche e sul rinnovo delle apparecchiature mediche. Abbiamo gettato le basi per un diverso approccio al tema delle liste d’attesa e pensiamo che possa essere un primo passo concreto per arrivare a risultati soddisfacenti per i cittadini abruzzesi».