PD E GD Abruzzo su giovani: "I dati sulla fuga confermano il disastro Marsilio anche sulle strategie per la restanza"
12 Giugno 2025 - 18:30:42
già, ma ribadiscono con crudezza una verità inaccettabile: l’Abruzzo
continua a perdere la sua parte più giovane e preparata, in silenzio,
sotto gli occhi di una classe dirigente regionale che preferisce
tagliare nastri all’estero piuttosto che affrontare il vuoto che cresce
dentro casa”, duro il commento di segretari regionali del PD Abruzzo e
dei Giovani Democratici d’Abruzzo, Daniele Marinelli e Saverio Gileno su
emorragia post-laurea e calo demografico giovanile che colpisce la
regione.
“L’aridità, oggi, non è solo climatica: è il nostro tessuto sociale a
essere desertificato: secondo ISTAT, il 15% delle famiglie con genitori
sotto i 35 anni in Abruzzo vive in povertà assoluta, mentre il 12,1% dei
giovani sotto i 35 anni è in condizione di grave deprivazione abitativa
e su questo specifico elemento di precarietà ci siamo fatti promotori in
Abruzzo della proposta “Ma quale casa” per inserire il diritto alla casa
in Costituzione – incalzano i due esponenti PD – . Dunque l’Abruzzo
diventa sempre meno un luogo in cui costruire un futuro e sempre più una
terra da cui fuggire, perché mancano lavoro stabile, diritti, servizi e
nulla di buono si prospetta per il futuro a giudicare dai disastrosi
effetti sul bilancio che avrà il deficit della sanità, come hanno
avvisato i tecnici della Regione nella missiva di due giorni fa. A nulla
servono gli slogan o le foto ricordo in Spagna o in Giappone, che sono
semmai le mete in cui si trasferiscono, spesso per sempre, i nostri
giovani conterranei. A questo disastro sociale si affiancano quelli già
noti: il collasso della sanità pubblica e il vuoto delle politiche
industriali. Una destra che non investe sulle persone non può essere
sorpresa se poi la gente va via. Non a caso, non gode di grande
popolarità tra gli stessi abruzzesi. Come Giovani Democratici torniamo a
rilanciare un appello già lanciato con forza durante la campagna
referendaria: servono risposte concrete. A partire da una cosa semplice
e rimasta colpevolmente bloccata: l’approvazione della legge regionale
sul diritto allo studio, ferma da mesi in Regione. È un atto dovuto e
urgente, lo è ormai da anni. Non si può parlare di futuro se non si
garantisce nemmeno il presente”.