13 Giugno 2025 - 17:14:07

di Tommaso Cotellessa

Non si è svolta l’ultima seduta del Consiglio comunale aquilano, a far saltare la seduta la mancanza del numero legale.

I due appelli effettuati dal presidente Roberto Santangelo hanno, infatti, attestato l’assenza di gran parte dei membri dell’assise civica, tra cui anche quella del primo cittadino Pierluigi Biondi.

I consiglieri di opposizione hanno fatto notare l’assenza di numerosi esponenti di centro destra, interpretando le defezioni come un lassismo diffuso all’interno della maggioranza, all’interno della quale – scrivono i consiglieri – «si respira già aria di ferie».

L’accusa di noncuranza, mossa dai consiglieri comunali Stefania Pezzopane, Stefano Albano, Stefano Palumbo (Partito Democratico), Paolo Romano (L’Aquila Nuova), Simona Giannangeli (L’Aquila coraggiosa) e Lorenzo Rotellini (Alleanza Verdi e Sinistra), non si limita alla seduta del consiglio ma si estende anche a quanto avvenuto in sede di III commissione consiliare, dove il sindaco non si è presentato (pur decidendo di prendere parte ad una conferenza stampa al piano superiore di Palazzo Margherita) così come i professori Alessandro Crociata e Pierluigi Sacco, rispettivamente direttore e coordinatore scientifico della candidatura di L’Aquila Capitale della Cultura.

La commissione, calendarizzata su richiesta delle opposizioni, infatti, doveva rappresentare un momento di confronto incentrato proprio sul progetto di L’Aquila Capitale della Cultura 2026, con il preciso scopo di offrire, all’intero Consiglio e alla cittadinanza, un quadro aggiornato delle iniziative messe in campo e delle prospettive future del progetto. Tuttavia le assenze dei principali attori in gioco hanno ostacolato le intenzioni delle minoranze.

«Sembra, quasi, non ci credano neanche loro in questa opportunità, che consideriamo molto significativa per L’Aquila e il suo territorio – scrivono i consiglieri di opposizione – Abbiamo tifato perché L’Aquila diventasse Capitale Italiana della Cultura e vogliamo sostenerla in questo progetto, purché ce ne venga data la possibilità. Chiediamo che non solo i consiglieri comunali vengano coinvolti, ma che l’inclusività interessi tutte le componenti della città, dalle associazioni e egli enti culturali, che non hanno un punto di riferimento neanche per poter dialogare o presentare progetti, agli imprenditori, che possono e vogliono perfezionare i loro servizi per rendere la nostra realtà ancor più ricettiva e accogliente».

«Notiamo, invece – continuano i consiglieri – un’approssimazione marchiana, adagiata sul mero blasone del titolo conquistato: tra sei mesi saremo Capitale Italiana della Cultura e nessuno, a partire dai rappresentanti dei cittadini, sa quale sarà il programma degli appuntamenti, quali saranno i luoghi e gli spazi interessati o quanti fondi verranno impegnati».

Al termine della nota i consiglieri rinnovano la loro disponibilità ad un confronto che sia aperto e trasparente e che soprattutto giudicano urgente.