18 Giugno 2025 - 15:36:34

di Martina Colabianchi

Da giorni sarebbero in corso esumazioni massicce e incontrollate delle salme sepolte a terra nel cimitero di Bagno, il più delle volte senza un’adeguata comunicazione preventiva ai familiari e senza informazioni rese pubbliche.

La denuncia arriva dal consigliere comunale del Gruppo misto Alessandro Tomassoni, che ha effettuato un sopralluogo all’interno del cimitero a seguito di un allarme lanciato dai residenti della frazione aquilana.

«Sono tornate le ruspe al Cimitero di Bagno, ma non per realizzare l’ampliamento né tantomeno per costruire nuovi loculi. Le ruspe sono arrivate per distruggere quelle povere tombe in cui i nostri cari hanno trovato sepoltura dopo la morte», segnala un cittadino, che non stenta a definire quanto accaduto una vera e propria «profanazione di un luogo sacro».

«A preoccupare i cittadini locali, amareggiati e indignati, – scrive Tomassoni – non è solo il contenuto dell’azione, ma anche, e soprattutto, le modalità con cui sta avvenendo, e ci si chiede quali siano i criteri per il diseppellimento da terra di salme riferibili ad un ciclo di sepoltura recentissimo ( poco oltre i dieci anni dalla sepoltura in un campo inumativo previsti minimo per legge) piuttosto che altri più “datati”».

Il consigliere evidenzia, inoltre, l’assenza di trasparenza da parte dell’amministrazione comunale e dell’Assessorato competente:

«Non un avviso, non una spiegazione. Eppure la carenza di posti al cimitero di Bagno era nota da tempo: ricordo di aver sollevato pubblicamente a suo tempo la questione, con comunicati stampa e interventi in Consiglio comunale unitamente al gruppo di “Il Passo Possibile”. Tuttavia, le nostre sollecitazioni furono liquidate dall’assessore Taranta come “strumentalizzazioni politiche”, accusandoci addirittura di “utilizzare i cittadini e i loro defunti come scudi”, negando al contempo quell’indisponibilità degli spazi a terra ora ancor più aggravatasi. Oggi, purtroppo, sono ancora una volta i cittadini a pagarne le conseguenze di una mancata programmazione».

Tomassoni denuncia, inoltre, proprio i ritardi operativi sull’ampliamento del cimitero, «e le soluzioni c’erano – spiega -: molti terreni adiacenti al cimitero attualmente incolti si sarebbero potuti facilmente espropriare e destinarli all’espansione della struttura già esistente, come d’altronde sta avvenendo in altre frazioni del territorio comunale ma non si è voluto agire. Si è scelta invece la via più rapida e traumatica, le esumazioni, per le quali c’è da chiedersi se questa improvvisa fretta sia dovute a ritardi nella costruzione del nuovo loculario previsto dalla D.G.C. n. 442/2024, ancora ferma al palo, e quindi se sia scelta nel frattempo questa soluzione “tampone” più immediata per sopperire alla totale mancanza di posti disponibili, il che renderebbe doppiamente grave la mancanza di una pianificazione adeguata».

Da qui, la richiesta di un’immediata assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione comunale:

«Ritengo utile che il Comune e l’Assessorato competente chiariscano pubblicamente come e a chi siano stati affidati i lavori, quali i criteri adottati (anche sanitari) per queste esumazioni e rendano noti tempi certi per gli interventi strutturali di ampliamento del cimitero. Non è tollerabile, poi, che operazioni così delicate si svolgano all’insaputa dei familiari, in un processo che tocca la sfera più intima della memoria e del rispetto per i propri defunti, e addirittura durante gli orari di visita in cui il cimitero è frequentato da numerosi cittadini, lasciando spazio a forti perplessità in merito alla sicurezza e al rispetto del loro dolore».

«Questa vicenda – conclude Tomassoni – non è soltanto una questione logistica ma soprattutto una questione di civiltà, rispetto e dignità per i cittadini, che meritano dall’Amministrazione una migliore pianificazione, maggiore informazione e tutela della memoria dei defunti, agendo in modo preventivo e non solo in emergenza, come avvenuto nel caso del cimitero Bagno, dove l’intervento tardivo, invece di risolvere, sta rendendo più complessa la soluzione».

La replica dell’assessore Fabrizio Taranta: «Normativa dettata dallo Stato»

L’assessore Fabrizio Taranta, con delega alla gestione e manutenzione dei cimiteri, ha affidato ad un post su Facebook una sua dura replica a quanto dichiarato, facendo chiarezza sulla vicenda.

«Parlano di moralità, di sensibilità, di umanità, di rispetto! Ma la vera mancanza di rispetto ci sarebbe se un consigliere comunale, magari di opposizione, andasse a fare foto e riprese ai familiari presenti per assistere alle esumazioni dei propri cari pensando di fare consenso e finendo invece per essere allontanato in malo modo da quelle stesse persone, la vera mancanza di umanità ci sarebbe se per qualcuno la prima preoccupazione fosse per i soldi spesi per la lapide e non tanto per il defunto, la falsa moralità sarebbe evidente se qualcuno pensasse di poter chiedere e magari ottenere per i propri defunti un trattamento privilegiato rispetto agli altri, perché degli altri in fine dei conti ma chi se ne frega, i loro morti non sono mica come i nostri!», scrive.

«Questo è quanto sta succedendo sulle esumazioni nel cimitero di Bagno. La cosa più triste è che ci sono alcuni che pensano di guadagnare consenso o di speculare sul dolore delle persone. “Le esumazioni ordinarie, che riguardano la rimozione dei resti mortali da una sepoltura in terra (inumazione), vengono generalmente effettuate dopo 10 anni dalla data del seppellimento. Questo termine può variare leggermente a seconda dei regolamenti comunali, ma il periodo standard è di 10 anni.” è la prima cosa che compare su internet se si cerca “esumazioni” su qualsiasi motore di ricerca, quindi a tutti i fenomeni di turno sarebbe bastato poco per capire quanto insensato sia quello che stanno facendo e dicendo. Sentir parlare di pratiche barbare, di scelte immotivate e sconsiderate per quella che invece è una previsione normativa dettata dallo Stato e applicata in tutti i comuni della nazione e in tutti i cimiteri del comune dell’Aquila da decenni».

«Oltretutto, come è opportuno fare data la delicatezza dell’argomento, abbiamo usato come sempre le dovute accortezze pubblicando l’ordinanza sindacale l’11 marzo 2024 che dispone l’esumazione di sepolture che vanno dai primi anni 80 al 2012 e che per giunta è stata esposta in più aree del cimitero dalla fine di ottobre 2024 fino ad oggi, dando quindi ampio preavviso ai familiari per potergli permettere di prendere le decisioni conseguenti. Purtroppo non è una mia scelta, se potessi scegliere sceglierei di riportarle in vita quelle persone, – conclude Taranta – ma purtroppo no, non è una mia scelta!».