Alfonso D’Alfonso: "La parola alla politica, o a quello che ne rimane !"
20 Giugno 2025 - 18:20:01
plausibile: ma oggi la politica di cosa si occupa oltre a scambiarsi
insulti, sparare supercazzole e farsi fotografare con faccioni
sorridenti e tra i denti arrosticini di carne importata e per nulla
sostenibile, o ancora avvolti da una bandiera solamente in quei giorni
in cui si celebra un lontano parente estinto e mai frequentato. Il
lavoro, appunto.
Può darsi che un’azienda privata che produce salute grazie soprattutto
ai 130 posti letto accreditati dalla Regione Abruzzo che ne fanno il
principale polo di Sanità privata nelle aree interne, che fattura circa
20 milioni di euro l’ anno e che dopo 30 anni di gestione
dell’Architetto Vittorini viene ceduta a seguito di una blindatissima
trattativa alla quale confesso mi sono rifiutato di credere pur avendone
avuto il sentore: dico proprio nessuno dei blasonati politici locali e
regionali del nostro territorio non sanno fare altro che tacere?
Trecento dipendenti tra tempo determinato e indeterminato, altri cento
circa dell’ indotto con svariati milioni di euro di fatturato e badate
bene 130 posti letto accreditati , praticamente 1/3 dei circa 380 del
presidio del San Salvatore. Questi numeri hanno un valore inestimabile
su un territorio con una sanità pubblica saccheggiata più che devastata
e una crisi occupazionale spaventosa già esistente prima del terremoto
e poi aggravata anche dal COVID. Mi chiedo quale sia il piano
industriale dei Francesi? Se questo gruppo è venuto a investire decine
di milioni a L ‘Aquila mica lo ha fatto per filantropia? Sicuramente
vuole ammortizzare l’investimento in massimo di cinque anni e punta a
margini importanti da ottenere con l’aumento dei ricavi o come temo con
abbattimento dei costi sia in termini di qualità del servizio e di costi
del lavoro. Non è sufficente che l’ Architetto ci dica che la sua ex
azienda è in buone mani, non per sfiducia nei confronti del Dott.
Vittorini, persona a cui mi lega un rapporto di grande stima , ma che da
buon imprenditore giudica gli acquirenti sicuramente dal punto di
vista di chi ha ricavato il massimo dalla cessione di una azienda dopo
averla fatta crescere e difesa per decenni principalmente dagli attacchi
dei competitor regionali.
Non parliamo poi delle rassicurazioni date dal Sindaco Pierluigi Biondi
dopo il breve incontro con il rappresentante della proprieta’ . Sindaco
che anche come presidente del comitato di indirizzo della Asl 1 ha la
sua bella fetta di responsabilità sulla sciagurata e disastrosa gestione
manageriale del Direttore generale dottor Romano, ossequioso e
ubbidiente fiduciario di FdI.
Cosa deve fare la politica se non impegnarsi a tutelare il diritto alla
salute e al lavoro dei cittadini che rappresenta?
La sanità privata di privato ha solo i profitti perché i soldi sono
frutto al 90% delle tasse di chi si fa il mazzo con il proprio lavoro,
ed pertanto giusto che le istituzioni regionali e locali pretendano
immediatamente di conoscere il piano industriale della nuova proprietà
per tranquillizzare i pazienti, i lavoratori e i fornitori di Villa
Letizia.
La locale classe dirigente, non solo politica, dopo aver distrutto la
migliore sanità pubblica regionale e creato una sacca di lavoro precario
spaventosa,vuole fare la stessa cosa con una clinica accreditata che
comunque ha assicurato l’erogazione di servizi sanitari complementari
con il pubblico? Tutto ciò detto il territorio locale non può
permetterselo.
Mi auguro che quantomeno i rappresentanti dell’opposizione sia comunale
che regionale facciano quanto di loro competenza, sia attraverso le
rispettive commissioni di Vigilanza, convocando la nuova proprietà per
far illustrare nel dettaglio il loro piano di impresa, che attraverso la
promozione di un dibattito pubblico aperto soprattutto alle
rappresentanze sindacali e sociali da tenersi anche in forma solenne
nelle aule consiliari. Alla nuova proprietà deve essere subito chiaro
che non potranno neanche tentare di fare tagli sui livelli occupazionali
, né tantomeno di fare scelte senza il dovuto rispetto di corrette
relazioni industriali e delle prerogative istituzionali competenti.
Chi pensa che con i soldi pubblici ci si possa spacciare per
imprenditori della Sanità privata con margini enormi si dovrà ricredere,
perchè il fronte progressista sul diritto al lavoro e alla salute non
può permettersi di fare un passo indietro.
Alfonso D’Alfonso Segretario Regionale DEMOS