21 Giugno 2025 - 15:36:45
di Martina Colabianchi
«Il Governo regionale torna a stupire per l’accanimento contro la fauna selvatica. Dopo la caccia ai cervi che la Giunta Marsilio-Imprudente avrebbe voluto far partire già dallo scorso anno e che finora è stata fermata solo grazie ai ricorsi del WWF e di altre associazioni ambientaliste e animaliste, ora è il turno di storni e fringuelli».
Molto dura la nota del WWF Abruzzo che, insieme alle altre associazioni nazionali, ha già trasmesso una diffida formale a tutte le Regioni – compresa l’Abruzzo – affinché non vadano avanti su questa scelta.
Nella riunione della Conferenza Stato-Regioni del 12 giugno 2025 si sono infatti stabilite, su richiesta delle Regioni, le quantità di piccoli uccelli abbattibili in deroga al principio generale di protezione.
Le Regioni italiane hanno deciso il via alla caccia di 800.000 piccoli uccelli appartenenti a specie protette, come appunto il fringuello e lo storno, attraverso quella che l’associazione definisce «una forzatura del sistema delle “deroghe” previste dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE che protegge l’avifauna a livello europeo. Storni e fringuelli, infatti, sono specie protette in tutti i Paesi dall’Unione Europea e possono essere abbattuti solo tramite le “deroghe” consentite in via eccezionale, come in caso di documentati danni alle colture».
«Ovviamente la Regione Abruzzo nella discussione del 12 giugno scorso non si è fatta sfuggire l’occasione di provare a fare l’ennesimo regalo ai cacciatori e si è espressa favorevolmente a questa procedura, accordandosi per consentire l’abbattimento di quasi 28.000 uccelli di queste specie. Un accanimento senza alcuna giustificazione verso piccoli uccelli indifesi che pesano meno delle cartucce con cui vengono abbattuti: un fringuello pesa in media solo 20 grammi…».
Anche Sinistra Italiana L’Aquila era intervenuta sulla scelta della Giunta, definita «grave e inaccettabile» e senza alcuna giustificazione scientifica.
Sono passati vent’anni da quando la Regione Abruzzo provò ad autorizzare una simile deroga (allora si trattava di storni e passeri comuni). E nel 2004, grazie ai ricorsi del WWF, la caccia a questi piccoli uccelli fu definitivamente bloccata. Il Consiglio di Stato annullò il calendario venatorio di quell’anno e la Giunta fu costretta ad abolire l’articolo della legge regionale che prevedeva la caccia in deroga, in quanto la Commissione Europea, allarmata dal WWF, aveva rilevato contrasti con la normativa europea.
«È sconcertante vedere – dichiara Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo – come ogni occasione venga sfruttata per provare a smantellare il patrimonio faunistico-ambientale della nostra regione. Prima il tentativo di taglio del Parco regionale Sirente-Velino, poi il taglio della Riserva regionale del Borsacchio, poi la condanna a morte di quasi 500 cervi e ora la caccia a migliaia di fringuelli e storni. Invece di preoccuparsi dei veri problemi di noi abruzzesi sembra che l’unico interesse della Giunta sia accontentare i cacciatori».
La Regione ha chiesto le proprie quote di abbattimento, ma – spiega il WWF – «per autorizzare queste uccisioni dovrà ora mostrare le motivazioni, cosa ben difficile considerato che nella nostra regione non esiste documentazione che provi danni all’agricoltura attribuibili a queste specie. A dimostrazione dell’approssimazione della Regione nell’affrontare il tema della gestione faunistica».
La strada per arrivare a consentire concretamente la caccia sarà lunga e tortuosa e il WWF, anche questa volta, annuncia che farà di tutto «per impedire la strage di 28.000 animali la cui unica colpa è di essere l’oggetto del divertimento per i cacciatori».
«È una deriva pericolosa che aprirà nuovi contenziosi con l’Unione europea, con potenziali ricadute economiche sulle amministrazioni e responsabilità personali per gli amministratori coinvolti, ma anche su tutti i cittadini che dovranno pagare le eventuali sanzioni inflitte dall’Unione Europea», concludono.