23 Giugno 2025 - 09:45:04

di Redazione

«Non posso che accogliere favorevolmente la notizia dell’impegno assunto dal Comune di anticipare le somme necessarie – pari a 400mila euro – per il completamento degli interventi al Teatro San Filippo, così da restituire piena funzionalità e centralità a uno dei luoghi simbolo della cultura cittadina ma da troppo tempo relegato all’oblio».

A dichiararlo in una nota è Alessandro Tomassoni, consigliere comunale del Gruppo Misto.

«È una notizia che mi tocca da vicino – prosegue – perché da tempo chiedo conto dello stato dell’arte di questo importante spazio che, dopo il sisma del 2009, è stato oggetto di importanti lavori strutturali a cura del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per l’Abruzzo- che proprio in questi giorni ha formalmente riconsegnato l’immobile al Comune, insieme alla Soprintendenza- ma che dal 2017, anno della loro ultimazione, causa eccessivo immobilismo e cavilli burocratici da risolvere, attende ancora di essere restituito alla città. Ora, forse, è arrivato davvero il momento di voltare pagina e renderlo finalmente fruibile agli aquilani».

«Il Fondo Edifici di Culto (FEC) del Ministero dell’Interno ha recentemente dato disponibilità ad autorizzare le risorse necessarie per finanziare gli interventi finali, dall’abbattimento delle barriere architettoniche all’installazione di poltrone e arredi scenici, tuttavia attesa dei tempi tecnici, l’Amministrazione ha scelto di agire subito. E’ una decisione condivisibile– aggiunge Tomassoni – ciò almeno consente di non perdere ulteriore tempo e guardare finalmente ad una riapertura del teatro entro la fine dell’anno. Ma l’impegno non può fermarsi qui».

«Importante rimane, sempre con motivazione leggittime, denunciare le emergenze o i ritardi sui singoli interventi – continua il consigliere. E penso alle altre situazioni “spinose” ancora sospese, come il recupero del presidio culturale cittadino più importante, il Teatro Comunale, come pure del Cinema Massimo, ancora fermo all’attuazione del progetto esecutivo riqualificativo. A maggior ragione, ora come ora, serve ora una visione chiara, organica e strutturata», prosegue.

Proprio alla luce di questi ritardi, e in vista di “L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026, Tomassoni propone «una mappatura degli spazi culturali già disponibili, pubblici e privati. Dobbiamo valorizzare l’intero patrimonio cittadino e delle frazioni: musei, aree archeologiche, complessi monumentali e persino spazi di altri Enti ad oggi inutilizzati o rimasti ai margini che, grandi o piccoli che siano, noti e meno noti, magari finora trascurati o considerati meno adatti a ospitare eventi, potrebbero rivelarsi preziosi alleati in questa straordinaria occasione. Ogni angolo della città e delle frazioni può diventare protagonista, se inserito in un progetto creativo condiviso, diffuso e partecipato».

«Essere Capitale della Cultura – conclude Tomassoni – non è un’etichetta da esibire, piuttosto l’occasione per costruire una strategia culturale inclusiva e ambiziosa, un momento per definire chi siamo e dove vogliamo andare. Una sfida da vincere per creare lavoro, valorizzare i talenti, attrarre nuove energie e, non ultimo, rafforzare il senso di appartenenza che ogni aquilano porta nel cuore».

Un passo alla volta, giorno dopo giorno, ma con lo sguardo rivolto all’orizzonte.