25 Giugno 2025 - 18:20:21
di Martina Colabianchi
«Ancora una vittima della strada investita da una delle tante persone che guidano senza alcuna percezione dell’alto rischio che corrono per sé e che fanno correre agli altri. Una signora 78enne che sarà stata moglie, mamma, nonna, zia: provate a immaginare se uccidessero una vostra parente stretta».
È il commento di Fiab L’Aquila all’indomani della morte della 78enne travolta da un’automobile mentre attraversava, sulle strisce pedonali, nel trafficato viale Corrado IV dell’Aquila.
La donna travolta nel capoluogo abruzzese è il 170esimo pedone ucciso dal 1° gennaio 2025, come ricorda Fiab facendo fede ai dati di ASAPS-Sapidata Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, in una città in cui «abbiamo il più alto indice di motorizzazione d’Italia fra le maggiori città italiane con 800 automobili per 1.000 abitanti , ben al di sopra della media italiana che, secondo Eurostat, nel 2022 era di 684 automobili per 1.000 abitanti: Italia prima in Europa!», scrivono. Il tutto a causa anche, dice la sezione locale della Federazione, di un trasporto pubblico locale che non funziona.
Entrando nello specifico del recente fatto di cronaca, per Fiab il viale Corrado IV è una strada troppo larga, anacronistica e pericolosa perché «un invito a correre» per gli automobilisti. Ma non solo: l’arteria ostacolerebbe anche lo sviluppo del quartiere nel segno dell’inclusività per pedoni e biciclette.
«Via Corrado IV è una strada di 9 metri di larghezza nel tratto antistante Piazza d’Armi e 8 metri dove è stata investita e uccisa l’anziana signora, prima della rotonda che raccorda via XXV aprile, via XX settembre e via Vicentini. Che utilità ci sia a mantenere corsie di oltre 4 metri è un mistero quando poi, in entrata alla città, c’è un vero e proprio imbuto. Inoltre una “strada urbana di quartiere”, quale potrebbe essere (o diventare) secondo la normativa, ha una corsia di minimo 3 metri. Se invece via Corrado IV è classificata ad un livello appena superiore cioè “strada urbana di scorrimento”, peggio sarebbe!», si legge nella nota.
«Strade così larghe, oltretutto, – proseguono – creano una frattura sociale dividendo letteralmente in due una intera zona, un intero quartiere. Due carreggiate, e quindi 4 corsie di 16-18 metri in totale, permetterebbero agevolmente di creare corsie riservate ai bus, una pista ciclabile protetta monodirezionale per senso di marcia, aree importanti per la fermata dei bus nonché il conseguente restringimento della carreggiata e quindi il deciso accorciamento della distanza di attraversamento pedonale».
«Una città del futuro con vere e proprie autostrade al proprio interno è solo un posto dove si vive con il torcicollo, guardando solo il passato che, come tale, è anacronistico per definizione», concludono.