25 Giugno 2025 - 11:44:37

di Tommaso Cotellessa

Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia, ha commentato la risoluzione del Consiglio regionale sulla Linea Adriatica Snam, approvata alla unanimità dalla Commissione Ambiente e Territorio, definendola come «una posizione di principio che non avrà nessun effetto».

Un commento giudicato dagli esponenti del comitato No Snam, come un atto decisamente inadeguato e irrispettoso nei confronti dell’intera assise regionale e dunque di tutti quei consiglieri che con convinzione e spirito di responsabilità hanno espresso un convinto no all’opera.

«Il Consiglio regionale è l’organo di indirizzo politico della Regione e il presidente e la giunta sono tenuti a dare esecutività alle sue decisioni – scrivono gli esponenti del comitato, i quali incalzano sostenendo – La risoluzione non è una sorta di colpo di testa della Commissione ma il risultato di un lungo lavoro durato mesi, nel corso dei quali i componenti della Commissione hanno approfondito ogni aspetto del problema, dando luogo ad una serie di audizioni alle quali hanno preso parte anche i rappresentanti dei comitati che da molti anni si oppongono all’opera».

Il tema centrale torna dunque ad essere il comportamento di azienda Snam che, pur essendo stata invitata dalla Commissione a portare il suo punto di vista, ha preferito non presentarsi, adottando con ciò una posizione ritenuta da i comitati come indifferente, se non ostile, al dialogo ed il confronto tanto con i comitati quanto con le istituzioni del territorio.

Tuttavia, nonostante la risoluzione del Consiglio venuta in seguito ad anni di mobilitazione guidate dagli attivisti, lo sconcerto dei comitati è dovuto al fatto che il consigliere Verrecchia continua a sostenere la “strategicità” dell’opera, definendola come un infrastruttura che “serve all’Italia”.

A queste esternazioni i comitati rispondono ancora una volta facendo riferimento a quanto scritto all’interno della risoluzione discussa in commissione, nella quale si legge che «la realizzazione della Linea Adriatica non è necessaria». È in quanto «le infrastrutture metanifere italiane sono ampiamente in grado di assicurare il fabbisogno di gas per il nostro Paese – pertanto -un crimine economico spendere 2 miliardi e 500 milioni per un’opera inutile e che sarà pagata dai cittadini attraverso un immotivato aumento della bolletta energetica». Inoltre, – come si legge ancora nel documento – impianti come il gasdotto e la centrale Snam, «essendo a forte rischio di esplosione, non sono compatibili con territori altamente sismici» come l’Abruzzo e l’intero Appennino.

La risoluzione evidenzia anche i danni che l’opera comporterà: «I danni all’ecosistema in molti casi saranno irreversibili – poiché – dovranno essere abbattuti due milioni di alberi». I lavori. inoltre, «interferiranno in modo fortemente negativo con aree di elevato valore archeologico e storico e con aree fragili sotto il profilo idrogeologico».

In aggiunta i comitati evidenziano che anche l’economia del territorio verrà colpita. L’opera, infatti, «provocherà notevoli danni all’economia delle comunità locali, attraverso la sottrazione e limitazione di centinaia di ettari di terreni agricoli e di uso civico, e causerà una svalutazione dei terreni e degli edifici sia privati che pubblici».

La reazione al commento di Verrecchia è perciò netta e inequivocabile: per i comitati intendere il documento come una semplice “posizione di principio” sarebbe inaccettabile.

«Ora il presidente Marsilio – concludono i comitati – dovrà dare attuazione alla risoluzione, che lo impegna a sostenere in tutte le sedi istituzionali la posizione di assoluta contrarietà della Regione Abruzzo al progetto Linea Adriatica. Di conseguenza Marsilio deve chiedere al governo Meloni una moratoria sulla realizzazione dell’opera (metanodotto e centrale) al fine di: approvare una normativa che individui le aree idonee per le infrastrutture metanifere, escludendo i territori  ad alto rischio sismico ed idrogeologico; sottoporre il progetto ad una nuova Valutazione di Impatto Ambientale; sottoporre l’opera ad una approfondita valutazione costi/benefici; approvare una nuova normativa sulle distanze di sicurezza in quanto le norme attuali non garantiscono l’incolumità dei cittadini; apporre il vincolo culturale sul sito della centrale a  Case Pente di Sulmona dal momento che gli scavi di archeologia preventiva hanno confermato l’elevato valore storico dell’area. Come Comitati metteremo in atto ogni possibile iniziativa affinché la risoluzione della Regione abbia piena e rapida attuazione».