27 Giugno 2025 - 15:33:06
di Martina Colabianchi
«È indubbio che senza un nuovo piano commerciale la sofferenza di alcune attività già esistenti rischia di aumentare in quanto la presenza di un numero sconsiderato di medesime attività comporta meno lavoro per tutti».
Lo scrive in una nota il presidente della III Commissione consiliare Fabio Frullo, del gruppo consiliare dell’UDC, annunciando che il tema sarà affrontato in una prossima Commissione con un’attenzione particolare anche al tema dei parcheggi.
Frullo sottolinea la necessità di un nuovo Piano Commerciale Comunale per «riportare diversità, equilibrio e futuro nelle vie della nostra città. Infatti, da dopo il 2009, si è assistito a una crescita incontrollata del numero di nuove attività commerciali, spesso concentrate in determinate zone del territorio comunale e operanti nei medesimi settori merceologici e la necessità di dar vita ad un nuovo strumento operativo nasce proprio dall’ascolto degli stessi operatori economici».
«Il fenomeno della duplicazione incontrollata di attività ha portato a una riduzione significativa della redditività per ciascun esercente con la conseguenza, che molte attività commerciali, sono oggi in forte difficoltà. Il mito da sfatare è che avere tante attività non significa più lavoro, anzi, significa esattamente
il contrario», prosegue.
«Tutte le analisi di mercato dimostrano che più aumentano le nuove aperture più si riducono i margini di sopravvivenza delle attività già esistenti, creando di conseguenza un aumento delle chiusure. È necessario quindi un nuovo strumento che abbia come elementi di caratterizzazione passaggi condivisi quali la limitazione alle nuove aperture in aeree già sature, una valorizzazione delle attività già esistenti con misure di sostegno, un’attenzione alla qualità piuttosto che alla quantità, regole urbanistiche chiare finalizzate ad armonizzare estetica e funzionalità affrontando, con particolare attenzione, anche il problema dei parcheggi quale strumento fondamentale per una rinascita vera del commercio».
«Soprattutto in previsione del 2026, dove L’Aquila sarà la Capitale Italiana della Cultura, con precise fasi di concertazione effettuate con le Associazioni di categoria, dobbiamo inevitabilmente ridisegnare l’anima commerciale della città. Per questi motivi il tema sarà a breve affrontato in Commissione consiliare», conclude Frullo.