27 Giugno 2025 - 16:43:37
di Redazione
Il giudice del lavoro del Tribunale di Chieti, Laura Ciarcia, ha condannato Aquila Spa, società di vigilanza di Ortona, per condotta antisindacale.
Lo ha reso noto la Cgil che parla di «gravi episodi di aggressione fisica e verbale, molestie sessiste e tentativi di ostacolare l’attività sindacale», durante una riunione sindacale dello scorso 23 aprile tenutasi nella sede di Ortona. Il giudice ha accolto il ricorso presentato dalla Filcams Cgil di Chieti, assistita dagli avvocati Carlo de Marchis Gomez e Silvia Conti.
Nel comunicato della Cgil si evidenzia che il responsabile delle relazioni industriali della società è Tommaso Di Nardo, «che per anni ha guidato l’azienda di famiglia prima di passare il timone al figlio Angelo, neo eletto sindaco di Ortona».
«Mai avremmo pensato – dice Franco Spina, segretario generale della Cgil di Chieti – che nel corso di una riunione sindacale, un nostro sindacalista aquilano diventasse oggetto di aggressione e che una nostra dirigente subisse gravi allusioni di tipo sessista. Prendiamo atto positivamente di questa sentenza attendendoci adesso un deciso cambio di passo da parte dell’azienda così come evidenziato dalla sentenza, riservandoci comunque ogni azione a difesa dei lavoratori e delle corrette relazioni sindacali».
«L’amministratore della società ad oggi non si è dissociato da questi comportamenti inqualificabili e, anzi, proprio in concomitanza della decisione, Aquila spa non ha esitato a licenziare il nostro delegato sindacale e altri lavoratori nostri iscritti – dice Francesco Marrelli, segretario generale Cgil di L’Aquila -non ci fermeremo finché tutti non verranno reintegrati e non possiamo che condividere quanto affermato dal giudice che ha imposto a Tommaso Di Nardo di sottoporsi ad un corso di rieducazione sulla gestione della violenza fisica e verbale. È un provvedimento innovativo giustificato dalla gravità dei reiterati comportamenti accertati. Accogliamo con favore la decisione del giudice di condannare la società anche ad un ingente risarcimento danni ma fino a che tutti i lavoratori non verranno reintegrati la Filcams farà quanto possibile per riportarli al lavoro. Stiamo valutando se segnalare questi comportamenti anche alle stazioni appaltanti per le azioni del caso».
«Questa sentenza è di grande rilevanza per la tutela della dignità sindacale e dei lavoratori – sottolinea Daniela Primiterra, segretaria generale Filcams di Chieti – ci siamo visti costretti a denunciare fatti inaccettabili: aggressioni, umiliazioni sessiste e tentativi di zittire chi difende i diritti. Oggi la giustizia ci dà ragione, imponendo all’azienda di ripudiare metodi degni di epoche buie».