01 Luglio 2025 - 12:41:25

di Martina Colabianchi

Un presidio, e insieme assemblea sindacale regionale, del personale di tutti gli uffici giudiziari si è svolto questa mattina davanti al Palazzo di giustizia dell’Aquila come davanti ai tribunali di tutta Italia.

Al centro della manifestazione nazionale, promossa dai sindacati FP CGIL, UIL PA e USB PI, la stabilizzazione dei precari della giustizia, il contratto integrativo, il nuovo ordinamento professionale ed altri temi di interesse generale del personale.

Sono 12 mila i precari in Italia attualmente in servizio, assunti con i fondi del Pnrr da più di tre anni, che, sottolineano i sindacati, hanno dato in questi anni un contributo fondamentale per dalla riduzione dell’arretrato, all’innovazione digitale ed organizzativa.

«Le risorse economiche stanziate coprono soltanto la stabilizzazione di 3 mila risorse – spiega Viola Ornella, delegata Fp Cgil ed RSU della Corte d’Appello dell’Aquila -. Per le ulteriore 3 mila, che sono state inserite nel PIAO, dobbiamo attendere l’approvazione della prossima legge di bilancio, che ci sarà tra sei mesi. L’impegno che il Governo si è assunto è la stabilizzazione di 6 mila unità a fronte dei 12 mila che, invece, sono stati assunti con il Pnrr. Probabilmente, la metà di questi lavoratori il 30 giugno 2026 tornerà a casa».

La stabilizzazione di solo metà del personale, come sarebbe nelle intenzioni del Governo scritte nel Piano strutturale di bilancio, significa, per le sigle sindacali, non solo penalizzare migliaia di lavoratori che potrebbero rimanere disoccupati, ma anche il personale in servizio a tempo indeterminato già oberato da trent’anni di mancati investimenti nel comparto giustizia.

«Comporterà un rallentamento soprattutto in considerazione del fatto che il Ministero della Giustizia ha sempre sofferto di gravi carenze di personale – sottolinea Mattia Scarsella, Fp Cgil e RSU della Corte d’Appello dell’Aquila -. Proprio grazie alle nostre figure, sia funzionari addetti all’Ufficio per il Processo, che operatori data entry e tecnici di amministrazione, c’è stato un cambiamento all’interno del Ministero, un’accelerazione per quanto riguarda l’attività giurisdizionale e l’apporto di nuove competenze, soprattutto in vista della crescente digitalizzazione. La mancata stabilizzazione di metà del personale, che è lo scenario che si prefigura adesso nelle intenzioni del Ministero, porterà ad un rallentamento e ad un passo indietro. Chiediamo quindi, con forza, la stabilizzazione di tutti i lavoratori».