Paolucci su riforma Arap: "Un pasticcio che tiene fermo l’Abruzzo e le opere e spacca la maggioranza. Ci siamo astenuti dal votare"

01 Luglio 2025 - 19:06:21

“Diventa un pasticcio sempre più grosso la fusione fra Arap e Consorzio
industriale: dopo il dietrofront sull’ARUAP, in Commissione approda un
testo completamente riscritto, resta l’Arap ma soprattutto vengono
raccolte e modificate una serie di criticità come quella inziale che con
la vecchia preposta della good company e la bad company che avrebbe
rappresentato una bancarotta fraudolenta legalizzata, un vero e proprio
“aziendicidio” , per questo ci siamo astenuti dal voto oggi in
Commissione: modifiche radicali e bocciatura dell’Assessore Magnacca.
Nel frattempo la foga di interessarsi più del Cda che di un progetto ha
generato più incarichi che opere e a furia di commissari e sub
commissari, ha ingessato l’Arap per un anno, senza produrre alcuna
soluzione utile, perfino declassandola a un’associazione priva di
risorse per le manutenzioni, dedita più agli eventi enogastronomici
pagati con fondi regionali che a progetti per lo sviluppo. L’augurio è
che finalmente le risorse FSC dopo tanto immobilismo del Governo
regionale possano essere rapidamente utilizzate”, così il capogruppo PD
in Consiglio Regionale Silvio Paolucci.

“Per mesi si è parlato di fusione, restando fermi sul resto e
allontanando investimenti utili all’ammodernamento delle infrastrutture,
nonché cancellando le opere pubbliche del Masterplan e aggravandone la
situazione finanziaria. Oltre ai limiti normativi che rendono la fusione
tra enti pubblici difficilmente attuabile, emergono gravi criticità
finanziarie – spiega Paolucci –. Il Consorzio Chieti- Pescara è
commissariato da tempo, fortemente indebitato e con una struttura ormai
ridotta all’osso e servizi minimi insostenibili, a questo si sommano le
situazioni critiche dell’Arap stessa, peggiorate in ragione dei goffi
indirizzi della Giunta Regionale. Proprio sulla sostenibilità della
nuova azienda e sulle competenze più estese previste, chiediamo di
conoscere il Piano Industriale su cui l’Assessora sembrava disinformata
nel merito. Anche perché è una strategia essenziale affinché possa, in
futuro, rappresentare un Ente davvero in grado di dare servizi per lo
sviluppo e le imprese. A tutto ciò si somma una forte spaccatura
politica. Questo scenario rischia di essere più distruttivo che
riformatore, con il concreto pericolo di lasciare un vuoto nella
governance delle aree industriali e mettere a rischio gli enti, le opere
in corso e investimenti pubblici attesi da anni”.