07 Luglio 2025 - 16:54:09
di Martina Colabianchi
I cittadini dell’Aquila pagano le addizionali Irpef più basse tra i capoluoghi di provincia dell’Abruzzo. È quanto emerge da uno studio realizzato dal Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali, Immigrazione della UIL, diretto dal segretario confederale Santo Biondo.
Nel capoluogo di regione l’imposizione addizionale sul reddito ammonta a 454 euro per chi percepisce 20mila euro all’anno e 1.052 euro per chi ne percepisce 40mila, contro i 494 e i 1.132 che devono sborsare i residenti di Chieti, Pescara e Teramo.
In pratica uno ‘sconto’ a fronte di un’addizionale regionale uguale per tutti, e che ammonta a 334 euro per i redditi di 20mila euro e a 812 euro per quelli di 40mila euro, pesano le differenze nelle addizionali comunali: L’Aquila riscuote rispettivamente 120 e 240 euro contro i 160 e i 320 di Chieti, Pescara e Teramo.
In Italia, il peso della fiscalità locale è molto disomogeneo. Cittadine e cittadini con il medesimo reddito, dimostra lo studio condotto dal sindacato, pagano addizionali Irpef, comunali e regionali, nettamente diverse a seconda del territorio in cui abitano.
In Abruzzo, le aliquote Irpef erano state per settimane al centro del dibattito politico regionale, culminate nell’occupazione del Consiglio regionale da parte di opposizioni e sindacati.
Le proteste non hanno scongiurato l’aumento previsto dal provvedimento regionale, approvato all’unanimità dalla maggioranza lo scorso 3 aprile e frutto di un compromesso all’interno della coalizione di centrodestra, con Lega e Forza Italia che hanno proposto un’addizionale inferiore al 3%. Nello specifico, l’aliquota sarà 1,67% per i redditi fino a 28mila euro; 2,87% per i redditi oltre 28mila euro e fino a 50mila euro e 3,33% per i redditi oltre 50mila euro.