08 Luglio 2025 - 18:21:05

di Martina Colabianchi

Un programma di riconversione civile in Etiopia per aiutare ex combattenti, donne e soggetti vulnerabili a diventare agricoltori, ricostruendo la propria vita attraverso il lavoro, la formazione e l’impresa rurale.

È questo l’ambizioso obiettivo del progetto RESeed – Rural Economic Stimulus and Education for Ethiopian Development, che vedrà la Regione Abruzzo protagonista nella regione del Tigray, in un’iniziativa di cooperazione internazionale orientata allo sviluppo rurale e alla stabilità post-conflitto.

RESeed si inserisce nel quadro degli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa, la strategia di cooperazione allo sviluppo promossa dal Governo italiano per rafforzare i rapporti economici, energetici e diplomatici tra Italia e Paesi africani, lanciato a gennaio 2024 in occasione del Vertice Italia‑Africa tenutosi a Roma.

Con una durata prevista di 36 mesi e un budget complessivo di oltre due milioni di euro, il progetto RESeed risponde alla richiesta dell’Amministrazione regionale provvisoria del Tigray (IRAT) in Etiopia, di sostenere la smobilitazione e la riconversione professionale di circa 52.000 ex militari, promuovendo percorsi di vita alternativi attraverso l’agricoltura e l’impresa rurale, dopo il conflitto che ha colpito il territorio tra il 2020 e il 2022.

Il progetto, promosso dalla Direzione generale della Regione Abruzzo – Servizio pianificazione strategica e Cooperazione territoriale ed internazionale, è stato approvato e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), in linea con il Piano Mattei, dopo essersi classificato al quarto posto in graduatoria.

«Con il progetto RESeed – dichiara il vicepresidente della Regione con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente l’Abruzzo mette a disposizione del contesto internazionale il proprio modello di sviluppo agricolo, offrendo competenze maturate sul territorio per sostenere la ripresa post-bellica e rilanciare le aree colpite dal conflitto. Il coinvolgimento del Dipartimento Agricoltura – continua il vicepresidente – dimostra come la cooperazione tecnico-istituzionale possa tradursi in crescita rurale, inclusione e pace. Siamo orgogliosi che il modello agricolo abruzzese – conclude – contribuisca a un’iniziativa che mette al centro il lavoro, la formazione e la dignità delle persone».

Il piano si svilupperà all’interno di un impianto strategico che ha come riferimento il modello abruzzese di programmazione agricola, ispirato all’esperienza del Programma di sviluppo rurale (PSR), e punterà sulla distribuzione di input agricoli italiani e sulla promozione di pratiche agronomiche sostenibili. In questo quadro si inseriscono le azioni operative sul territorio: un vasto programma di formazione professionale rivolto a oltre 12.000 beneficiari, la realizzazione di sistemi irrigui su 50 ettari e il sostegno all’imprenditoria giovanile attraverso la nascita di microimprese agricole. Un approccio integrato, pensato per generare inclusione sociale, autosufficienza alimentare e sviluppo economico nelle comunità rurali del Tigray.

La Giunta regionale ha affidato al Dipartimento Agricoltura il coordinamento tecnico del progetto, valorizzando l’esperienza maturata nel campo dello sviluppo rurale e della cooperazione territoriale. L’intervento sarà realizzato da un partenariato internazionale che vede la Regione Abruzzo nel ruolo di capofila, affiancata dalla Fondazione Med-Or, dal CIHEAM (Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei) di Bari, dall’Amministrazione Regionale provvisoria del Tigray e dall’Istituto di Ricerca in Agricoltura del Tigray (TARI).