09 Luglio 2025 - 11:42:18
di Redazione
«A metà anno, la Regione Abruzzo non ha ancora fornito alcuna comunicazione ufficiale sulla disponibilità dei fondi per il 2025 destinati alle Riserve Naturali Regionali. Dopo il taglio del 22% già applicato rispetto al budget dello scorso anno, si apprende ora di un’ulteriore riduzione delle risorse, senza che siano stati resi noti né l’importo complessivo né l’impatto previsto sulle singole aree protette».
Lo affermano le associazioni Ambiente è/e Vita, Legambiente e Wwgf Abruzzo, da anni attive nella gestione della maggioranza delle Riserve che, in ragione di quanto espresso e della correlata necessità di poter disporre di un chiaro quadro di riferimento e formulare proposte operative, parteciperanno congiuntamente giovedì 10 luglio alla Commissione Vigilanza presso il Consiglio regionale al fine di per rappresentare organicamente istanze volte a sollecitare un intervento urgente.
«E’ noto, infatti, a tutti i cittadini abruzzesi che le Riserve Naturali Regionali costituiscono un patrimonio inestimabile per la Regione Verde D’Europa: tutelano habitat e specie di elevato valore conservazionistico – dai boschi montani alle dune costiere, dai calanchi alle zone umide – e spesso coincidono con siti della Rete Natura 2000, riconosciuti a livello europeo. Sono anche presìdi fondamentali per l’educazione ambientale, l’accoglienza turistica, la ricerca scientifica, la formazione professionale e lo sviluppo locale nelle aree interne», proseguono.
«Negli ultimi anni, le Riserve si sono dimostrate luoghi dinamici e innovativi, capaci di generare esperienze lavorative concrete e partecipare a progettualità nazionali e internazionali. Nelle Riserve lavorano persone che, prima ancora di essere professionisti competenti, sono innamorate della natura abruzzese. Spinte da passione e senso di responsabilità, continuano a prendersi cura di questi luoghi unici fin da gennaio, nonostante l’incertezza sui fondi. Una dedizione silenziosa e quotidiana, che meriterebbe ben altra attenzione da parte delle istituzioni», aggiungono.
«Ci chiediamo – dichiarano le associazioni – pur comprendendo l’emergenza di bilancio, se una politica di taglio trasversale e indiscriminato sulle aree protette, che sono fonte di sviluppo sociale, economico e ambientale, applicata su di un fondo di meno di 1.500.000 di euro sia effettivamente necessario e se l’importo ricavato sia quali-quantitativamente tale da soddisfare il reperimento delle risorse. Meglio, e più opportuno, sarebbe stato agire su capitoli con dotazioni finanziarie di maggior rilievo e spesso con finalità di minor priorità rispetto alla governance del sistema delle aree protette regionali. Al netto dell’apprezzamento per l’intervento a favore della rete Natura 2000 effettuato con l’avviso pubblico PROGRAMMA REGIONALE ABRUZZO FESR 2021-2027Priorità: III. ENERGIA E AMBIENTEO.P. 2 – UN’EUROPA PIÙ VERDEO.S. 2.7 – Rafforzare la protezione e la preservazione della natura, la biodiversità e le infrastrutture verdi, anche nelle aree urbane, e ridurre tutte le forme di inquinamento Azione 2.7.1. Tutela della Biodiversità e miglioramento ecosistemi naturali dentro e fuori i Siti Natura 2000, si ricorda che le gestioni e l’erogazione dei servizi non può avvenire attraverso fondi di investimento, ma con spese correnti e che il contributo ordinario assegnato consente il perseguimento delle finalità di istituto così come normato dalle leggi regionali istitutive delle aree protette».
Da qui il paradosso: mentre l’Abruzzo viene promosso come terra del turismo lento, esperienziale e immerso nella natura, proprio le strutture ed i servizi che rendono possibile questa narrazione rischiano di chiudere. Senza risorse adeguate, le Riserve saranno costrette a ridurre il personale, limitare l’apertura al pubblico o addirittura cessare l’attività, come sta già accadendo in alcuni casi.
Le associazioni chiedono con forza un’inversione di rotta: il ripristino dei fondi, una pianificazione chiara e coerente e un vero progetto di rilancio per le aree protette regionali, riconoscendone il ruolo strategico per la tutela della biodiversità, l’economia locale, il turismo sostenibile e la coesione sociale.