10 Luglio 2025 - 19:04:26
di Tommaso Cotellessa
Un convegno per richiamare l’attenzione del Governo sulla ricostruzione post-sisma 2009 e per denunciare quella che i promotori definiscono una drammatica assenza di risposte concrete. Questo l’evento che si è svolto nella sala vetrata del Palazzo dell’Emiciclo, dove esponenti del Partito Democratico si sono riuniti per lanciare un allarme che riguarda il futuro dell’Aquila e dei territori del cratere 2009.
Al centro dell’incontro quello che viene appare come una sorta di “l’elefante nella stanza”, ovvero il rischio di un’improvvisa interruzione del processo di ricostruzione post sisma. Una lacuna che – secondo i rappresentanti Dem – rischia di far precipitare l’intero cratere in un vicolo cieco, con l’improvvisa interruzione dei lavori.
Il senatore del PD Michele Fina ha definito l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni come il “Governo Zero”, sottolineando come, ad oggi, sia l’unico governo a non aver stanziato alcun fondo aggiuntivo per il sisma 2009. Un’assenza che viene interpretata come un vero e proprio tradimento nei confronti dell’Abruzzo e della città dell’Aquila, dove la stessa premier è stata eletta alle ultime politiche.
Presente al convegno anche l’onorevole Chiara Braga, Presidente del gruppo Pd alla Camera dei Deputati, che ha ricordato come tutti i fondi fino ad ora disponibili siano stati stanziati dai governi precedenti, in particolare quelli a guida Renzi e Conte. L’ultimo stanziamento – pari a 2,7 miliardi – risale infatti al secondo governo Conte. Di quella somma, restano attualmente circa 750 milioni, sufficienti a coprire solo le spese previste per il 2025. Per il 2026, invece, mancano all’appello 600 milioni di euro, senza i quali la ricostruzione rischia di bloccarsi.
Ad oggi, non vi è alcuna certezza su nuovi finanziamenti: l’ipotesi di attingere alle economie di altre ricostruzioni appare impraticabile, mentre tutto tace sulla possibilità di inserire le risorse necessarie nella prossima Legge di Bilancio.
Ma non è tutto. Secondo quanto emerso durante l’incontro, mancano ancora circa 2 miliardi di euro per completare l’intero fabbisogno della ricostruzione del 2009. A questo si aggiunge il tema del programma Restart 2, i cui 110 milioni di euro destinati alla ripresa economica del cratere sono tuttora bloccati. A pesare, secondo i Dem, sarebbe l’atteggiamento del sindaco dell’Aquila, accusato di voler trattenere per sé quei fondi, trasformandoli in un “bancomat” utile ad alimentare la propria propaganda.
Infine, tra i punti critici evidenziati, c’è anche la scelta del Governo Meloni di escludere le aree del cratere 2009 dall’estensione dei vantaggi del Superbonus riconosciuti invece ai territori colpiti dal sisma del 2016. Una decisione che, secondo Braga, rappresenta «una grave mancanza di attenzione per territori che stanno ancora cercando di completare un faticoso processo di rinascita».
Il convegno, a cui fra gli altri hanno preso parte anche il commissario Giovanni Legnini, l’onorevole Augusto Corti e l’ex sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente, si è concluso con un appello forte e chiaro al Governo: servono risorse, impegni concreti e volontà politica per non abbandonare l’Aquila e l’intero cratere a un destino di immobilismo e incompiutezza.