Conaratos su piano di rientro Asl

15 Luglio 2025 - 11:29:18

Nell’interminabile telenovela sul dissesto finanziario della ASL
aquilana, ci siamo recentemente soffermati sui responsabili della
gestione economico/finanziaria, evidenziando che il responsabile della
Unità Operativa Complessa preposta alla gestione del bilancio e della
contabilità finanziaria, attualmente sospeso dal servizio senza
stipendio per la durata di mesi sei, ha svolto per ben 10 anni quelle
funzioni in qualità di incaricato ai sensi dell’articolo 15 septies del
D.lgs. n. 502/1992, mentre lo stesso D.lgs. vieta nel modo più assoluto
di preporre alle Unità Operative Complesse proprio i soggetti incaricati
ai sensi del citato articolo 15 septies (telenovela, atto V).
Abbiamo anche acclarato dalla visione del relativo curriculum
(telenovela, atto VI), che il soggetto preposto alla direzione di tutti
i servizi amministrativi della ASL (compreso il servizio finanziario),
ed attualmente Direttore generale f.f., non ha mai partecipato in tutta
la sua vita professionale ad un concorso per dirigenti.
Apprendiamo oggi che lo stesso dirigente attualmente preposto alla UOC
Bilancio e Risorse Finanziarie avrebbe conquistato posizione
dirigenziale in insanabile violazione di precise norme di legge da cui è
stabilito che l’utilizzazione delle graduatorie concorsuali è consentita
entro tre anni dalla loro approvazione, che nel caso di specie è
avvenuta con deliberazione n. 892 in data 21 maggio 2019, mentre
l’assunzione di questa figura dirigenziale è stata effettuata in data 15
luglio 2022 con deliberazione n. 1327, cioè quando la validità della
graduatoria era irreversibilmente scaduta.
Insomma l’Unità Operativa alla quale è ascrivibile la mancata
rilevazione del dissesto finanziario progressivamente accumulato dalla
ASL aquilana è stato sempre retto e vigilato da questi dirigenti.

IL PIANO DI RIENTRO DAL DISASTRO FINANZIARIO
Non dobbiamo pertanto stupirci di talune inconsistenti, se non
pericolosamente temerarie, ipotesi di riduzione del deficit, enunciate
nella deliberazione del Direttore generale f.f. numero 1452 del 7 luglio
2025: di quello stesso soggetto, cioè, che in veste di Direttore
amministrativo non si accorgeva dell’incombente disastro!
A parte una interminabile teoria di “buone intenzioni” e di ipotesi di
riassetto organizzativo del tutto fantasiose e prive di qualsivoglia
fondamento tecnico ed operativo, in questa fase ci limiteremo ad
esaminare talune enunciazioni e proposte che, se attuate, non solo
destituirebbero di ogni fondamento gli stessi principi di universalità,
umanità ed indiscriminazione alla base del SSN, ma rasenterebbero
perfino il confine tra il lecito e l’illecito, anche per aspetti di
rilievo penale:
1. A proposito della possibilità di ottenere da ditte fornitrici
consistenti riduzioni dei costi, la manovra n. 6 del piano di rientro
afferma che per quanto concerne la fornitura di taluni beni e servizi la
ASL “ha individuato nuovi fornitori che riconosceranno condizioni
economiche più vantaggiose rispetto alle attuali”. Da tanto si desume
che non si sa a quale titolo la ASL, ancor prima di attivare le relative
gare di appalto, già avrebbe contattato e recepito offerte da parte di
non meglio individuati aspiranti fornitori;
2. Nel corpo della manovra n. 7 la proposta si prefigge di provvedere
alla “organizzazione dei servizi attualmente internalizzati e
precedentemente affidati a Cooperative”: ci sta forse dicendo la ASL che
pur avendo internalizzati dei servizi si è dimenticata di organizzarli?
3. Nel corpo della manovra n. 8 e 11 la ASL si prefigge la
“razionalizzazione e rimodulazione di tutti i servizi non sanitari sulla
base della rivalutazione configurazionale dell’Azienda ai fini
dell’efficientamento funzionale e della riduzione dei costi”: ci avete
capito qualcosa?
Resta fermo che a seguire si precisa che il risparmio stimato
complessivo si aggirerebbe sui 2 milioni di euro: ottimo risultato se
solo fosse comprensibile in quale modo il processo di razionalizzazione
e rimodulazione saprebbe produrlo.
4. Evitando di soffermarci su una serie di altre voci e manovre che
comporterebbero analisi estese, non possiamo mancare di esaminare
ipotesi dirompenti in quanto incidono direttamente sulla qualità
dell’assistenza sanitaria.
La ASL si prefigge di ridurre notevolmente la spesa farmaceutica e
territoriale, nonché di ottenere economie di scala, riducendo costi
direttamente connessi alla qualità dell’assistenza sanitaria ed alla
gestione delle problematiche di salute dei cittadini.
E con senso di orrore che, in riferimento ai servizi essenziali e
primari di emergenza sanitaria, di Pronto Soccorso, di terapia intensiva
e di rianimazione, la proposta di rientro si prefigga:
– di ridurre i posti di terapia intensiva degli ospedali di Sulmona e
Castel di Sangro “con conseguente consistente riduzione delle spese
correnti”;
– Di pretendere dal Pronto Soccorso di Castel di Sangro il “rispetto del
budget farmaci negoziato” (dunque, si guardino bene i medici del P.S.
dal dispensare farmaci fuori budget!);
– Di pretendere dal P.S. del P.O. di Sulmona UDITE, UDITE: “riduzione
richieste consulenze interne” (magari se c’è un sospetto di infarto
meglio evitare di chiamare i cardiologi!);
– La “Riduzione trasfusione pazienti cronici” (se sono cronici
lasciamoli morire!);
– La “Riduzione posizionamento accessi venosi per dialisi e pazienti
oncologici” (inutile sprecare soldi per trattamenti in favore di chi è
condannato a morire!);
– La “Riduzione delle richieste di esami endoscopici per emorragie
digestive in pazienti stabili” ( se si presume che siano stabili, che
muoiano pure dissanguati se all’improvviso si destabilizzano!).
Per non tacere
– della ipotesi dell’“incremento dei ricoveri presso l’Hospice Casa
Margherita, in modo da ridurre la spesa farmaceutica e diagnostica nei
reparti medici per cure inappropriate”: come se nei reparti medici si
decidesse l’erogazione di cure inappropriate nei confronti di persone
affette da gravi malattie, che meritano dunque di essere ghettizzate
nell’anticamera dell’obitorio!
– Dell’annuncio “si prevedono, inoltre, misure per il contenimento dei
costi dei farmaci grazie al non utilizzo di farmaci biologici o
oncologici”: che muoiano pure gli ammalati di cancro!
– Della “riduzione del numero di controlli e/o calibrazioni eseguiti per
ogni seduta analitica” al fine di ridurre “il consumo di reagenti” in
riferimento, “in particolare, alle sedute con piccoli numeri che hanno
costi di base elevati rispetto alla qualità delle prestazioni”. Il che
equivarrebbe a dire: evitiamo di calibrare le apparecchiature di
laboratorio, tanto anche se i risultati delle analisi risulteranno
falsati, comunque avremo ridotti i costi!
E mentre la mannaia si rovescia sulle strutture periferiche, guarda caso
l’eccellenza aquilana è proprio intoccabile, con buona pace del
Presidente della Regione e delle forze di maggioranza che ci hanno
regalato l’aumento delle imposte e che continuano a sostenere
l’eccellenza della gestione di chi ci ha portato nel baratro.
Confidiamo anche che i Sindaci del Centro Abruzzo facciano sentire la
propria voce con forza e fermezza a fronte di questo ennesimo attacco da
parte aquilana che non fa altro che confermarci nella determinazione di
staccarci da questo capoluogo di Provincia.