16 Luglio 2025 - 10:51:04
di Tommaso Cotellessa
Con tanto di gazebo colmi di prodotti locali e circondati dalle immancabili bandiere gialle, gli allevatori abruzzesi di Coldiretti si sono dati appuntamento di fronte la sede della Giunta e della Presidenza della Regione Abruzzo, a Palazzo Silone, per manifestare e chiedere urgenti interventi sulla gestione della Blue Tongue, la malattia virale che colpisce il bestiame ovino e che sta causando ingenti perdite economiche agli allevatori abruzzesi.
La piaga che ha colpito il bestiame rischia, infatti, di portare alla scomparsa di importanti prodotti locali, così come i manifestanti stessi hanno scritto sui cartelli che hanno portato questa mattina dinanzi al palazzo delle istituzioni.

La richiesta avanzata nel corso della mobilitazione è quella di misure concrete per prevenire la diffusione del virus, ma anche quella di contributi economici a sostegno della vaccinazione di tutti i capi ovini, nonché adeguati risarcimenti per compensare le perdite di reddito.
La malattia, che non è trasmissibile alle persone né ai prodotti alimentari, rappresenta, infatti, l’ennesima spada di Damocle che si abbatte sul settore già provato dalla siccità e dall’aumento dei costi di gestione aziendale.
A sottolineare lo stato di sofferenza degli allevatori abruzzesi è il direttore di Abruzzo Coldiretti, Marino Pilati, il quale ha ricordato ai nostri microfoni che si tratta di allevatori che hanno affrontato un terremoto, un’ emergenza covid e non è scontato che dinanzi a questa ennesima minaccia le aziende riescano ad attutire il colpo.

Proprio per sventare l’ipotesi peggiore per il settore, quello della chiusura per numerose aziende, è nata l’idea di questa mobilitazione.
«La Regione deve chiarire se sta dalla parte degli allevatori o se vuole che gli allevatori spariscano da questo territorio» ha dichiarato in maniera netta Pilati.
A dar man forte alle istanze della mobilitazione anche il presidente di Abruzzo Coldiretti, Pietropaolo Martinelli, il quale ha evidenziato l’urgenza di intervenire a sostegno del settore:
«Qui c’è in ballo la nostra tradizione, non solo le nostre aziende, perché conosciamo benissimo l’importanza che ha il settore della pastorizia ha per la nostra regione. L’istituzione regionale deve finalmente dimostrare se tiene al nostro settore in maniera concreta e si deve rendere conto che noi abbiamo bisogno di sostegni, sostegni immediati, economici per poter mandare avanti le nostre realtà».
Ma c’è anche un’ultima motivazione che ha spinto gli allevatori a scendere in piazza, quest’ultima non è rivolta alle istituzioni, bensì ai consumatori. Non si tratta né di una denuncia né di una richiesta ma piuttosto di una rassicurazione: la Blue Tongue non rappresenta una minaccia per chi consuma i prodotti locali, la carne ovina e i prodotti derivati dagli ovini sono sani e si possono continuare a mangiare.